Come sono visti i giovani rampanti dai manager con più esperienza? Esiste un conflitto generazionale in azienda oppure si comprende quanto possa rivelarsi strategica la collaborazione? A queste domande ha tentato di rispondere un’indagine commissionata ad Astraricerche da Manageritalia, con risultati talvolta sorprendenti.
Si perché se è pur vero che un terzo del campione ammette come oramai la guerra tra generazioni in azienda sia aperta, gli altri due terzi restituiscono invece un’immagine molto più confortante, con il 63,8% del campione che riconosce come i giovani si pongano in posizione rispettosa nei confronti delle precedenti generazioni, e più della metà che parla di “furto del posto” a scapito del più anziano solo qualora questo sia giustificato da una restrizione dei costi.
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Per un manager di una certa età far crescere i giovani è un dovere (lo conferma il 97,3% del campione), anche perché una squadra di collaboratori validi può aiutare il suo successo professionale (95,3%).
E la conferma dell’opportunità della distensione dei rapporti arriva anche dalle parole di Guido Carella, presidente di Manageritalia: «Non vi sono dubbi che per i manager far entrare e crescere i più giovani in azienda sia, anche egoisticamente parlando, una necessità. I manager sono infatti tutor per antonomasia. Chiaro è invece che questo attualmente non è per nulla consolidato, rafforzato e strutturato da politiche aziendali. Così come è certo che c’è tanto da fare per affrontare al meglio questa situazione e volgerla da minaccia a opportunità».