L’età pensionabile si sposta in avanti e il traguardo della pensione sembra sempre più irraggiungibile per le nuove generazioni, ma ecco che una nuova ricerca fa emergere alcuni aspetti inediti di questo “traguardo” che segna la fine del percorso lavorativo.
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Uno studio pubblicato dall’Institute of Economic Affairs (IEA), condotto in collaborazione con la Age Endeavour Fellowship, infatti, sostiene che andare in pensione possa nuocere alla salute, aumentando il rischio di decadimento fisico e mentale.
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La ricerca dal titolo “Work Longer, Live Healthier: The relationship between economic activity, health and government policy”, mette in relazione l’età pensionabile con l’aspettativa di vita in Europa, e nel Regno Unito in particolare, arrivando alla conclusione che si dovrebbe lavorare di più e più a lungo.
Sono quattro i benefici individuati dagli studiosi: il pensionamento aumenta del 40% le probabilità di soffrire di depressione clinica, fa crescere del 60% le possibilità che si verifichi almeno una patologia clinica legata a un disturbo fisico, e fa lievitare di un altro 60% il rischio di dover assumere farmaci specifici proprio contrastare questo decadimento.
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Philip Booth, direttore della ricerca, ha quindi sottolineato la necessità che i vari Governi abbattano le barriere anagrafiche per accedere alla pensione, favorendo al contrario l’innalzamento dell’età della pensione per avere sono solo benefici economici, ma anche non pochi vantaggi per la salute dei lavoratori.