Sempre più donne credono che sia possibile conciliare carriera e famiglia, trovando un valido equilibrio tra l’esercizio della propria professione e la sfera privata. Ma quali sono i sacrifici necessari per raggiungere questa armonia? Quali le rinunce dal punto di vista lavorativo?
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Se da un lato cresce la percentuale di donne fermamente convinte di poter avere entrambe le corse, una vita professionale appagante e una vita familiare serena, dall’altro lato diminuisce il numero di esponenti del sesso debole che considera realizzabile la conquista dei vertici aziendali pur non volendo rinunciare alla cura degli affetti.
Secondo uno studio recente condotta a livello internazionale su circa 950 donne lavoratrici presenti su LinkedIn, ad esempio, ammonta al 95% la quota di donne che riesce a conciliare lavoro e vita privata, ma è pari solo al 38% la percentuale di coloro che ambiscono alla leadership.
Il non voler rinunciare alla vita privata, infatti, impedisce spesso l’accesso ai ruoli dirigenziali e limita l’avanzamento di carriera. La ricerca ha inoltre evidenziato il netto incremento delle donne lavoratrici che si spostano da una società all’altra, o che decidono di cambiare radicalmente ambito professionale anche più volte nell’arco di un decennio proprio per la carenza di opportunità di crescita all’interno della medesima azienda o settore.
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Altri dati emersi dal sondaggio mostrano, infine, come la parità tra i due sessi in ambito lavorativo sia ancora lontana, e come siano ancora numerose le donne che lamentano l’esistenza di una notevole disparità retributiva con il sesso forte.