Le donne manager avanzano, e tra le 160 maggiori aziende quotate in borsa la percentuale delle donne nei consigli di sorveglianza sale dal 9 al 13% nel volgere di un anno, dal 2012 al 2013. No, non stiamo parlando del nostro paese, dove la strada – e lo conferma anche un recente studio di Bankitalia – è ancora in salita, ma della Germania, dove invece qualcosa sembra muoversi verso la parità di genere.
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Come confermano anche i dati di uno studio del professor Michael Wolff dell’università di Göttingen, fra i trenta più influenti consiglieri di sorveglianza, la cui scelta viene effettuata in base alla reputazione, ai contatti e allo status, sono entrate anche tre donne, per quanto comunque i primi 14 posti “in classifica” continuano ad essere occupati da manager di sesso maschile.
E come ben illustrato da un altro studio della società di consulenza PwC, all’inizio di questo mese 106 dei 488 consiglieri di sorveglianza delle 30 società del DAX sono di sesso femminile, una cifra pari al 21,7% che rappresenta un bel salto rispetto al 13,4% registrato ad inizio 2011. A salire soprattutto il numero delle manager nominate dagli azionisti, il 17,6% del totale, con un incremento praticamente del doppio (abbondante) rispetto al 2011.
Il quotidiano economico Handelsblatt la definisce un’ascesa silenziosa, che in qualche modo entra anche nel dibattito sempre vivo sull’opportunità di stabilire per legge delle quote rosa riservate alle manager. Da noi invece la situazione appare meno dinamica, anche per un ritardo cronico sia dal punto di vista prettamente culturale che degli strumenti per la conciliazione tra vita e lavoro.