Ora sembrano davvero averlo capito tutti. Il business non può non passare attraverso la rete, e in particolar modo tutto ciò che riguarda la comunicazione con la clientela, intesa come l’insieme delle tante unicità che la compongono, deve essere gestito in maniera chiara, trasparente e professionale. Perché improvvisando spesso si cade in errore, e talvolta finisce per fare più male un commento negativo mal gestito di un intero articolo critico su un quotidiano qualsiasi.
Ecco che entrano in gioco i nuovi professionisti del web, come nel caso degli e-Reputation Manager. Ovvero manager spesso formatisi sul campo, grazie a sperimentazione e aggiornamento continui, capaci di monitorare e gestire la publicy delle aziende, avendo da un lato gli strumenti per analizzare al meglio la situazione, individuando trend positivi e negativi e influencer vari su cui fare leva, e dall’altro le capacità di gestire al meglio il rapporto comunicativo con gli utenti.
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Non bisogna pensare a questo tipo di manager solo come uno “smanettone” pratico di Facebook e Twitter, ma come un professionista completo, capace di utilizzare software di network analysis e data visualization ma al tempo stesso forte nell’analisi sociologica e antropologica della comunità con cui si confronta. Il sito professionidelweb ne dà una definizione abbastanza calzante, definendolo il “Guardiano del word of mouth”, e chiarisce come una delle qualità più richieste risieda proprio nell’interpretazione qualitativa dei dati.
Per quel che riguarda la retribuzione, questa varia a seconda del livello di esperienza e responsabilità che si assumono, anche se in linea generale nel nostro paese è su livelli più bassi rispetto a quelli dove le potenzialità di figure come questa sono state colte già da qualche anno.