Lo stress da lavoro colpisce il 40% degli italiani e una persona su quattro nei paesi della UE, causando una spesa annua superiore a 25 miliardi di euro. Questo è quanto rivela il recente studio promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi pubblicato nel volume “Rischio stress lavoro correlato”.
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A causare stress sul lavoro è, in primo luogo, il perdurare di una condizione di precariato, così come l’ansia da prestazione che nasce all’interno di ambiti particolarmente competitivi. Il timore di sbagliare (e di perdere il lavoro) determina l’insorgere di uno stato di malessere nei lavoratori, stressati anche a causa di ritmi di lavoro troppo serrati e incarichi distribuiti in modo poco equo.
È spesso l’incertezza dell’incarico, inoltre, a rendere nervosi i lavoratori causando agitazione e nervosismo, fenomeni che si ripercuotono inevitabilmente sulla salute fisica e sull’efficienza professionale.
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Cosa possono fare i datori di lavoro? Le aziende devono attenersi alla legislazione vigente che impone la valutazione dello stress lavoro-correlato, come sottolinea lo studio afferma: «In Italia si è dato il giusto peso al fenomeno e la nostra legislazione è all’avanguardia nel campo della prevenzione dei rischi, compreso lo stress lavoro correlato. Le misure aziendali di prevenzione possono tuttavia essere molto migliorate con ricadute positive sia sui lavoratori che sulle aziende in termini di salute, produttività e minori costi.»