La nascita di contrasti tra i giovani manager e i collaboratori più maturi è pressoché inevitabile, tuttavia raggiungere un accordo e stabilire una convivenza serena non è impossibile, soprattutto se il boss alle prime armi ha ben chiare quali sono le sfide da affrontare, e conosce le strategie per superarle brillantemente.
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Quali sono gli ostacoli che caratterizzano il percorso di un giovane manager?
Innanzitutto, il giovane capo dovrà scontrarsi con il risentimento mostrato dai dipendenti più anziani, presenti in azienda da molto tempo e restii a rispondere agli ordini di un boss di età inferiore alla loro. Un gap generazionale che, tuttavia, si verifica spesso all’interno degli ambienti di lavoro e che può essere affrontato avviando una comunicazione onesta e chiara, illustrando fin dal principio quali sono i progetti da realizzare insieme e le aspettative per il futuro.
Una strategia comunicativa efficace, inoltre, deve basarsi sulla propensione all’ascolto: il giovane capo dovrebbe informarsi sulle esigenze e sulle attese dei dipendenti evitando di imporre le proprie preferenze, dando vita a un clima sereno all’interno del quale ciascuna risorsa possa condividere apertamente opinioni e suggerimenti.
Riconoscere l’esperienza dei collaboratori più maturi, infatti, è il primo passo per conquistare la loro stima e migliorarne le prestazioni professionali.
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La sfida più difficile da affrontare, tuttavia, riguarda gli immancabili stereotipi legati all’età, false teorie che identificano il giovane boss come privo di polso e i dipendenti più maturi come pigri e svogliati. “Etichette generazionali” che possono compromettere il rendimento e la stessa produttività, soprattutto se il capo non si sforza di valutare i collaboratori sulla base delle loro azioni lasciando da parte l’età anagrafica.