Il Consiglio del Ministri ha detto si al Ddl delega per la riforma della PA, disegno di legge che introduce numerose novità per i dirigenti statali rendendoli licenziabili e abolendo il trattenimento in servizio.
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Dopo il 31 ottobre sarà infatti vietato restare in servizio anche una volta superati i termini della pensione (per i magistrati la normativa entrerà in vigore alla fine del 2015), mentre non esisterà più la separazione tra le fasce dirigenziali: ai manager della PA sarà conferito un unico ruolo, fatta eccezione per i funzionari medici e scolastici.
L’accesso alle cariche dirigenziali statali potrà avvenire attraverso un concorso unico annuale (i vincitori saranno assunti a tempo determinato con stabilizzazione solo dopo tre anni, previo esame) oppure mediante un corso-concorso che consentirà di diventare funzionari e, dopo quattro anni e un esame finale, dirigenti a tutti gli effetti.
Nel corso del tavolo di confronto tra il Ministro della PA Marianna Madia e i sindacati, le sigle Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl e Uil Pa, si è discusso dell’ipotesi di abbandonare la proposta della staffetta generazionale a vantaggio del blocco del turnover dei dirigenti per favorire di nuove assunzioni: «Occorre fare il blocco del turnover dei dirigenti, in modo che per ogni dirigente si possono ipotizzare 10 nuove assunzioni.»
La riorganizzazione delle cariche dirigenziali è stata quindi al centro del dibattito portato avanti dai sindacati, che durante il dibattito hanno sottolineato la necessità che il Governo trovi «il coraggio di dire che i dirigenti sono troppi.»
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Per quanto riguarda la Riforma della PA per tutti i dipendenti pubblici, si parla anche dell’introduzione della mobilità obbligatoria fino a cinquanta chilometri.