Da un lato il lavoro flessibile piace, ma dall’altro trova ancora poche tutele da parte del sistema governativo. Sono gli stessi manager infatti a chiedere un aiuto maggiore tramite le agevolazioni fiscali, confidando nel fatto che il lavoro flessibile può aiutare ad alzare il PIL di un paese.
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L’indagine condotta da Regus dimostra come l’84% degli intervistati italiani e l’81% della media globale consideri fondamentale il supposto dei governi. Mentre l’86% in Italia e nel mondo ritiene centrali le agevolazioni fiscali per chi incentiva il lavoro da remoto.
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Il lavoro a distanza risulta particolarmente utile per le categorie attualmente più svantaggiate, come le donne e i giovani. In particolare il 78% degli italiani e l’83% della media globale pensa che il lavoro flessibile possa dare una mano alle donne che hanno da poco avuto un bambino, dando la possibilità di lavorare senza tralasciare la vita privata. Di poco più bassa la percentuale, 70% in Italia e 59% nel mondo, di chi ritiene che lo smart working possa aiutare i giovani alle prime armi ad inserirsi nel mondo del lavoro.
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Naturalmente l’abbattimento dei costi per il mantenimento degli uffici ha una ricaduta positiva sull’economia aziendale, e, di conseguenza, su quella di un intero paese. Capire l’importanza del lavoro flessibile diventa quindi una priorità per l’economia globale.