Esiste un legame tra l’infanzia trascorsa con una madre lavoratrice e la capacità di ottenere, da adulti, un impiego soddisfacente e in grado di garantire una retribuzione ottimale.
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A sostenerlo è una ricerca promossa dalla Harvard Business School e guidata da Kathleen L. McGinn, indagine che ha messo in evidenza come i figli possano trarre insegnamenti positivi da una mamma che lavora anche fuori casa: per le figlie femmine il futuro sarà più roseo dal punto di vista lavorativo (potranno infatti aspirare a ruolo di responsabilità e ben pagati), mentre i figli maschi impareranno a collaborare anche tra le mura domestiche.
Secondo la ricerca, in definitiva, i genitori che lavorano rappresentano un modello positivo da emulare, facendo comprendere alla prole come il lavoro svolto fuori casa e quello che si esegue quotidianamente tra le mura domestiche hanno il medesimo valore.
Stando a quanto affermato da Kathleen L. McGinn, la presenza di una madre lavoratrice influenza notevolmente la diseguaglianza di genere incidendo, spesso, sulla carriera delle figlie femmine.
Coinvolgendo un campione di 13.326 donne e 18.152 uomini appartenenti a 24 Paesi del mondo, i ricercatori hanno indagato sull’infanzia degli intervistati giungendo a una conclusione interessante: le donne che hanno avuto una madre in carriera riescono mediamente a ottenere incarichi più prestigiosi rispetto alle colleghe cresciute da mamme casalinghe. Una differenza che, invece, non si nota per gli esponenti del sesso forte.