Calano le immatricolazioni negli atenei di tutta la penisola, tuttavia sono le Università del Sud a essere caratterizzate da una maggiore diminuzione di iscrizioni e soprattutto da un vero e proprio esodo di giovani che scelgono di studiare e formarsi nel Nord Italia.
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Lo mette in evidenza il XVIII Rapporto AlmaLaurea che mette in luce “Profilo e Condizione occupazionale dei laureati”, sottolineando una crescente mobilità di talenti e una perdita di capitale umano da parte delle Regioni del Mezzogiorno:
«Questo divario che sembra ingigantirsi – afferma Gaetano Manfredi, Rettore dell’università Federico II di Napoli e presidente della CRUI -, può essere superato investendo nei laureati, vera e proprio benzina per il motore del nostro territorio. Le Indagini AlmaLaurea fanno emergere criticità, ma anche piccoli segni che alimentano la speranza di poter offrire più opportunità ai giovani.»
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A cinque anni dal conseguimento della laurea, inoltre, il gap tra le due zone del paese si riduce sebbene un certo vantaggio permanga ancora a favore delle Regioni del Settentrione, anche dal punto di vista delle retribuzioni e la stabilità contrattuale. Se al Nord i compensi si attestano a 1480 euro mensili netti, al Sud scendono fino a 1242 euro.
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