Mancanza di flessibilità e poco stimolo nella formazione, sono questi i due maggiori ostacoli alla carriera delle donne in settori più tecnici. Secondo il sondaggio Kelly Global Workforce Index™ (KGWI) infatti la scarsa presenza femminile in ambito scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) è un problema a livello globale che può e deve essere risolto.
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La mancanza di talenti in questo ambito infatti ha una ricaduta negativa in termini di produttività. In Europa la percentuale di donne laureate nel settore è solo del 12,6% rispetto al 37,5% dei laureati di sesso maschile. Grande peso è costituito dalla necessità di conciliare lavoro e vita privata, infatti le donne danno maggior peso a quest’ultima e scelgono i datori di lavoro in base alla disponibilità data nei confronti della flessibilità.
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Stefano Giorgetti, Amministratore Delegato e Vice President di Kelly Services Italia spiega «Questo deciso cambiamento delle aspettative e delle attitudini sta spingendo le aziende a ripensare le proprie “tecniche” di acquisizione e gestione dei talenti: un approccio che noi chiamiamo Work-Life Design». Non si tratta semplicemente di concedere il telelavoro, ma di disegnare il lavoro stesso sulle necessità del singolo dipendente.
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Accanto a questa problematica c’è anche, certamente, il peso degli stereotipi di genere che rendono le donne più insicure nei confronti degli ambiti STEM, basti pensare che in Europa solo il 56% delle lavoratrici in questi settori è sicura di trovarsi in una posizione altamente richiesta – il 29% in Italia – rispetto al 67% degli uomini. Il cambiamento deve essere globale quindi, portando ad un punto di vista culturalmente nuovo.