Con la conferenza “10 CEOs push for EU energy policy to change direction” si è delineato a Bruxelles uno scenario preoccupante da un lato ma pieno di buoni propositi dall’altro. Si sono infatti riuniti 10 CEO delle più importanti imprese energetiche europee per discutere sul futuro dell’energia in Europa.
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Come rappresentanti dell’Italia erano presenti gli amministratori delegati Fulvio Conti, per Enel, e Paolo Scaroni, per Eni. Si è puntata l’attenzione sui prezzi dell’energia, ancora troppo alti, soprattutto rispetto a quelli americani, e sui problemi ambientali.
L’Europa risulta molto in ritardo per quanto riguarda l’integrazione delle rinnovabili nel mercato e la crisi ha frenato l’ammodernamento dei siti per quanto riguarda le emissioni nocive. Si è sottolineata la grande confusione che vige in materia energetica, con la presenza di troppe norme che spesso vanno in conflitto tra loro e si è parlato dei pro e dei contro del Gas di Scisto, argomento caldo del settore di cui, in Italia, si è appena iniziato a discutere.
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Secondo Gérard Mestrallet, presidente di GDF-Suez «Il problema è che l’assetto europeo non attira gli investimenti internazionali» mentre l’obiettivo dovrebbe essere quello di risultare competitivi ed innovatori puntando ad una compattezza europea, come ha sottolineato Conti «Da un lato l’Europa tende a regolamentare troppo – le direttive che regolano la materia sono 72. Dall’altro, le politiche nazionali sono spesso in conflitto con le norme europee», soprattutto per quanto riguarda le fonti rinnovabili e le emissioni di Co2.