L’attenzione per l’ambiente è una moda che, per una volta, è positiva, non solo per ragioni etiche ma anche economiche. Infatti dai dati rilevati si è potuto notare che in Italia la richiesta di brevetti che abbiano a che fare con la green economy sono stati, tra il 2009 e il 2014 ben 2.210.
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Gli italiani vedono nelle opportunità legate all’ambiente, giustamente, un buon business. Allora ecco arrivare domande di brevetto riguardanti, per oltre il 70%, tecnologie per la produzione energetica da fonti rinnovabili, sistemi per il controllo dell’inquinamento e il risparmio energetico, biocarburanti, mobilità sostenibile, isolamento termico in edilizia, energia eolica, sistemi per la generazione di energia.
Energia e mobilità quindi le due macro categorie più sviluppate del settore. Il problema rimane però l’opportunità di investire in Italia, infatti un brevetto non porta direttamente alla commercializzazione dello stesso. Pare quindi che si stia verificando una fuga dei cervelli anche in questo settore, portando le migliori menti a proporre i loro progetti a più fertili terreni stranieri.
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Eppure la grande capacità inventiva e la capacità di concretizzare i progetti di certo non mancano agli italiani, sarebbe un peccato vedere volatilizzare una così importante possibilità di sviluppo.