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Manovra 2024: sindacati critici, bocciatura sulle pensioni

di Barbara Weisz

13 Novembre 2023 09:02

La Manovra 2024 non piace ai sindacati, coro di critiche sulle pensioni, più articolata l'analisi delle altre misure: ecco cosa è emerso dalle audizioni parlamentari.

C’è un punto sul quale tutti i sindacati concordano: la bocciatura al ridimensionamento della flessibilità in uscita previsto dalla Manovra 2024 e alle altre misure di taglio alle pensioni.

Per il resto le posizioni si differenziano: Cgil e Uil sono critiche nei confronti dell’impianto generale della Legge di Bilancio; Cisl esprime parere positivo su fringe benefit e premi di risultato e sul rinnovo dei contratti pubblici ma reputa la Manovra poco espansiva; Ugl limita le critiche al capitolo pensioni.

Vediamo in dettaglio quali sono le posizioni emerse nel corso delle audizioni parlamentari dei sindacati sulla Manovra 2024.

Il parere dei sindacati sulla Manovra 2024

La pozione più severa emersa nell’ambito delle audizioni dei sindacati al Senato sul Ddl di Bilancio è senza dubbio quella della Cgil, che definisce «priva di sostanza» la narrazione secondo cui «si sarebbe scelto di sostenere le categorie più deboli, con una particolare attenzione al lavoro», mentre ritiene che la Manovra non dia risposta all’emergenza salariale in atto e non implementi politiche industriali e politiche pubbliche.

Le critiche della Cgil

Per la Cgil, i principali punti critici della nuova Legge di Bilancio 2024 sono il taglio del cuneo fiscale previsto solo per un anno, così come la revisione degli scaglioni IRPEF, che per di più «rende il sistema meno progressivo e punta espressamente alla flat tax».

«Non è prevista alcuna misura fiscale a sostegno del salario contrattuale», aggiunge il sindacato, mentre «si rinnovano interventi relativi ai fringe benefit e alla riduzione al 5% dell’aliquota sul salario di produttività» che non hanno carattere universale e riguardano una platea ridotta di lavoratrici e lavoratori.

Le misure di sostegno contro il caro energia sono ritenute del tutto insufficienti, limitate al solo primo trimestre del 2024 e dimezzate rispetto a oggi. Il capitolo pensioni viene bocciato in praticamente tutti i suoi aspetti. Mancano politiche «per la creazione di lavoro, a partire dalla Pubblica Amministrazione e si continua con la logica delle decontribuzioni, dei bonus e degli incentivi alle imprese».

Infine, «non si intravedono politiche industriali e di investimento in grado di creare lavoro, affrontare le tante crisi aziendali aperte e governare la transizione ambientale, digitale ed energetica».

Le posizioni della Cisl

L’analisi della Cisl è articolata. Dal punto di vista generale, le risorse messe in campo dal complesso della Manovra (Legge di Bilancio, Decreto Fiscale collegato e Decreto Anticipi) non sono considerate «sufficienti a dare uno sprone espansivo alla politica di sviluppo nazionale». Viene comunque considerato positivo il fatto che «le risorse impiegate nel 2024 siano utilizzate per la difesa dei redditi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle famiglie».

Le misure ritenute positive: la conferma per il 2024 del taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro di reddito, l’aumento della defiscalizzazione dei fringe benefit anche per i lavoratori senza carichi familiari, la proroga della detassazione della contrattazione decentrata, lo stanziamento di risorse per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, le misure a sostegno della famiglia e della natalità.

Fra gli aspetti negativi che si chiede di modificare durante la discussione parlamentare: tutte le penalizzazioni sulla flessibilità in uscita, il taglio alle rendite pensionistiche retributive dei dipendenti pubblici, le insufficienti risorse per Sanità, Scuola, Enti Locali e PA nel suo complesso.

Il punto di vista Uil

La Uil ritiene che la Manovra 2024 non sia di ampio respiro perché non coglie le emergenze del Paese e non contrasta le disuguaglianze.

I punti negativi: il taglio del cuneo solo per un anno e non strutturale, la riduzione IRPEF a tre aliquote insufficiente per recuperare il potere d’acquisto di salari e pensioni, l’inasprimento delle regole di accesso alla pensione e le misure di taglio alla Previdenza, le risorse insufficienti per il rinnovo del pubblico impiego, le famiglie e le politiche sociali, la mancanza di misure di politica industriale.

Il parere Ugl

L’Ugl invece esprime apprezzamento per molte delle misure inserite in Manovra come il taglio del cuneo fiscale, la riforma IRPEF, gli incentivi per le assunzioni nelle imprese, le misure su welfare aziendale e premi di produttività, il finanziamento del rinnovo dei contratti pubblici.

In linea con gli altri sindacati, invece, le critiche alle misure sulle pensioni.