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Riduzione Riscaldamento 2022-2023: firmato il decreto

di Barbara Weisz

6 Ottobre 2022 20:37

Firmato il Decreto Riscaldamento 2022-2023, orari e temperature ridotte: regole di risparmio energetico contro la crisi del gas.

Il riscaldamento si accende più tardi e si spegne prima, si tiene a un grado in meno per l’intera stagione invernale e rinunciamo a un’ora al giorno: sono le misure di risparmio energetico a cui saremo tenuti per l’inverno 2022-2023, contenuti nel Decreto Riduzione Riscaldamenti appena firmato.

Le misure rispondono alle direttive del Piano Nazionale messo a punto dal ministero della Transizione Ecologica, che fornisce anche i numeri sull’approvvigionamento alternativo per evitare eventuali shock causati dallo stop al gas russo. Nel 2024 è comunque previsto di raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza da questa fornitura.

Vediamo con precisione tutti i dati e gli elementi del Piano di contenimento dei consumi di gas a cura del MiTE.

Decreto Riscaldamenti

Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di unora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio in relazione alle date previste per le diverse zone climatiche. I valori di temperatura dell’aria sono ridotti di 1° C.

In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta.

Le riduzioni non si applicano a scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili, attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe, edifici dotati di impianti prevalentemente rinnovabili.

Sintesi delle regole

  • 15 giorni in meno di riscaldamento nel corso della stagione, posticipando di otto giorni la data di inizio e anticipando di sette giorni la data di fine esercizio.
  • Un grado in meno: livello massimo consentito scende a 19 gradi per il settore residenziale e a 17 gradi per imprese e artigiani.
  • Un’ora in meno al giorno: il riscaldamento resta acceso per un’ora in meno per l’intera stagione invernale.

Nei condomini dotati di impianto centralizzato o autonomi, l’amministratore rende disponibile ai condòmini un vademecum di prossima emanazione ENEA, entro 10 giorni dalla sua pubblicazione. Il vademecum ( contenente le indicazioni per una corretta impostazione della temperatura, regolazione della temperatura di mandata delle caldaie a gas, gestione delle valvole termostatiche, modalità e tempi per il ricambio d’aria negli ambienti climatizzati) è previsto entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto

Orari e date di accensione riscaldamento

Il Piano contiene il dettaglio degli orari di accensione consentiti, ripartiti per zone. Il territorio italiano è infatti diviso in sei diverse zone climatiche, con diverse regole di accensione del riscaldamento parametrate alle temperature medie e alla durata dell’inverno. La zona A è la più calda, la zona F la più fredda (per cui è senza restrizioni).

L’esercizio degli impianti termici è consentito con i seguenti limiti:

  1. Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
  2. Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
  3. Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
  4. Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
  5. Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
  6. Zona F: nessuna limitazione.

Obiettivi di riduzione consumi

In coerenza con gli obiettivi europei, l’Italia deve ridurre del 10% i consumi di gas naturale nella prossima stagione invernale (il 5% nelle ore di punta) attraverso una molteplicità di azioni, dalla massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti ai risparmi sul consumo veri e propri.

=> Consiglio UE Energia: razionamento consumi dal 1° dicembre

Sostituzione gas con altre fonti di energia

La massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti regolarmente in servizio contribuirebbe per il periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023 a una riduzione di circa 2,1 miliardi di metri cubi di gas. In particolare, partendo dal mese di ottobre 2022, si eviterebbe il ricorso al consumo di gas per circa 290 milioni m3 di gas, iniziando da novembre 2022, sarebbe di poco superiore a 200 milioni m3 di gas.

Altri risparmi

Ci sono risparmi energetici che possono derivare da comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda e sui costi in bolletta degli utenti ma anche sulle politiche di decarbonizzazione.

Comportamenti virtuosi

  • Riduzione della temperatura e della durata delle docce,
  • utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo,
  • abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione,
  • riduzione del tempo di accensione del forno,
  • utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico,
  • distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione,
  • spegnimento o inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza,
  • non lasciare in stand by TV, decoder, DVD,
  • riduzione delle ore di accensione delle lampadine.

A queste buone pratiche a costo zero, si sommano misure di carattere comportamentale che invece richiedono un investimento. Esempi:

  • sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti,
  • sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti,
  • installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas,
  • installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda,
  • sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led.

L’impatto del piano

Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di Smc di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi.

L’obiettivo del piano è nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo e comunque di ridurre l’uso del gas in generale. Nel breve termine sono necessarie le misure di contenimento sopra descritte, in particolare per evitare il più possibile un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali anche in previsione della stagione 2023-2024, nell’ipotesi in cui si fermassero gli approvvigionamenti di gas russo.

Attualmente il piano di stoccaggio in vista del prossimo inverno, come potenziato dalle misure anti crisi energetica approvate successivamente alla guerra in Ucraina, procede puntualmente. Al primo settembre 2022 gli stoccaggi erano all’83%, in linea con l’obiettivo di riempimento superiore al 90%. E’ anche stata ridotta in questi mesi la dipendenza dal gas russo, attraverso accordi di approvvigionamento da altre fonti, rigassificatori. Obiettivo: sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica.

Il tavolo aperto sull’industria

E’ aperto un confronto fra Governo e Confindustria per definire contenuti ad hoc e modalità di attuazione di un piano per le imprese energivore, ed è in corso un rilevamento mediante questionari delle diverse imprese interessate, al fine di determinare il potenziale di riduzione dei consumi su base volontaria/incentivata e le categorie di imprese che hanno cicli produttivi non interrompibili senza preavviso.