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Riforma Catasto, aumento IMU e ISEE

di Noemi Ricci

7 Aprile 2017 10:30

Riforma Catasto ai nastri di partenza, redistribuzione tasse immobili con rincari IMU e ISEE, soprattutto su seconde case e uffici di grandi città.

L’imminente DEF 2017 dovrebbe contenere in nuovo piano di Riforma del Catasto, dando seguito a quanto prevista dal Documento di Economia e Finanza 2016 (attuazione entro il 2018). La Riforma del Catasto si prefigge di aggiornare le rendite catastali degli immobili, non più determinate dal numero di vani ma dei metri quadri, scelti come criterio più adatto a misurarne le reali dimensioni e a riflettere maggiormente il valore di mercato, . Gli altri criteri di valutazione: stato di conservazione, infrastrutture vicine, quartiere.

=> Riforma del Catasto nel 2018

Secondo quanto previsto dal disegno di legge a firma dei senatori Mauro Maria Marino (PD) e Salvatore Sciascia (FI), il nuovo calcolo della rendita catastale e di classificazione delle case potrebbe comportare rincari IMU e penalizzazioni ISEE fino a 4 volte i valori attuali.

Il Ddl garantisce l’invarianza del gettito a fronte di una redistribuzione dei costi tra i contribuenti: in sostanza, l’aggiornamento delle rendite catastali punta ad una maggiore equità e ad un riequilibrio del prelievo allineando i valori catastali a quelli di mercato, che però andrà accompagnato anche da un intervento di “manutenzione” del federalismo fiscale.

Tradotto: per molti, la Riforma del Catasto si tradurrà in un pesante aumento dei costi per chi possiede un immobile, in particolare se seconda casa o ufficio, nelle grandi città e nei centri storici. Un aumento, a volte pari al doppio, della rendita catastale equivarrà automaticamente ad un incremento di spese e imposte sull’immobile (IMU, TASI, TARI, costi di compravendita, successione, donazione e così via), nonché il valore dell’ISEE che sappiamo considerare anche le rendite immobiliari del nucleo familiare.

=> Metri quadri in visura catastale: pro e contro

Gli aumenti maggiori interesseranno gli immobili ubicati in grandi città come Roma, Milano, Venezia e Napoli, dove i valori delle abitazioni di categoria A/2 saranno tra il 200% e il 300% più alti rispetto ai valori attuali. Mentre le cose miglioreranno per i proprietari di immobili situati in provincia, in periferia o lontani dalle città.