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Riforma fiscale e nuove tasse sulle imprese: i punti deboli

di Teresa Barone

Pubblicato 31 Luglio 2023
Aggiornato 21:37

Riforma Fiscale, analisi UPB: obiettivi troppo ambiziosi viste le risorse disponibili, alcune importanti misure rischiano di cozzare con le norme UE.

Con la a Riforma fiscale che entra nel vivo, nel suo delicato passaggio in Senato, torna attuale la memoria dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) dello scorso maggio, che analizza i dettagli delle legge delega e fornisce un parere sulle misure previste rispetto agli obiettivi.

La Riforma mira a stimolare la crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura impositiva (che permetta una contemporanea riduzione delle tasse) ed un più efficace contrasto dell’evasione ed elusione fiscale, modificando le procedure di accertamento e riscossione, e razionalizzando semplificando il sistema tributario.

Criticità della nuova tassazione sulle imprese

I punti deboli sono tuttavia due: il difficile equilibrio tra la l’obiettivo dichiarato di voler ridurre le tasse ma la mancanza di risorse per farlo; la graduale abolizione IRAP con sovraimposta IRES che trova un potenziale ostacolo nel coordinamento con altre norme nazionali ed europee.

In merito ai redditi delle società all’articolo 6 del DDL delega, l’UPB rileva criticità nel nuovo schema di tassazione a due aliquote.

L’agevolazione, secondo la relazione illustrativa, per la sola quota degli utili non distribuiti (accantonati) è mirata a favorire la patrimonializzazione delle imprese, riducendo lo squilibrio a danno del capitale di rischio rispetto a quello di debito.

Si può tuttavia osservare che è difficile valutare se questo obiettivo sarà raggiunto dato che gli effetti dipenderanno dalla misura dell’aliquota agevolata, dalla sua interazione con il previsto ampliamento della deducibilità degli interessi passivi e dalla permanenza o meno dell’ACE (a cui il DDL delega non fa riferimento).

Per quanto riguarda l’articolo 8, che definisce i principi e i criteri direttivi per il graduale superamento dell’IRAP, la Riforma fiscale dà priorità all’eliminazione dell’imposta per le società di persone e le associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni.

Per assicurare la parità di gettito, tuttavia, dovrà essere attivata una sovraimposta IRES e il nuovo assetto dovrà continuare a garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario sulla base della ripartizione regionale realizzata con l’IRAP.

Le nuove norme dovranno garantire, anche nella fase transitoria, il rispetto dei principi e criteri direttivi generali in materia di esclusione di interventi sulle basi imponibili e sulle aliquote dei tributi che non siano del proprio livello di governo nonché dei principi di manovrabilità e flessibilità dei tributi.

È sempre l’UPB, infine, ad affermare che dall’attuazione della norma, non possano essere generati nuovi oneri sui redditi di lavoro dipendente e di pensione.

Anche sulla razionalizzazione degli incentivi fiscali alle imprese si evidenzia il rischio di andare in contrasto con il livello di imposizione minimo globale per le multinazionali e i gruppi nazionali di grosse dimensioni previsto dalla Direttiva UE 2022/2523 (global minimum tax).