Tassazione rendite finanziarie: gli obiettivi del governo Renzi

di LavoroImpresa

Il nuovo Governo guidato da Matteo Renzi ha preso il via. Fin dalla presentazione del suo Jobs Act, il premier ha manifestato l’intenzione di ridurre l’Irap e le tasse sui lavoratori dipendenti. Programma ambizioso se non fosse per un neo non indifferente. Il primo ministro ha, infatti, intenzione di utilizzare, quale bancomat per coprire il taglio delle tasse, i risparmi degli italiani.

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La caccia ai capitali è spietata e la copertura necessaria. Per questo non si usano mezzi termini nel comunicare che a causa delle minori entrate derivanti dalla riduzione dell’Irpef e dell’Irap verranno introdotte nuove tassazioni sui Bot e sugli altri titoli. Esemplificando, si andranno a toccare i risparmi degli italiani.

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Il quadro di Renzi, in tema di risparmio, è abbastanza articolato e complesso: si vuole rimodulare la tassazione sulle rendite finanziarie grazie alla quale si punterà  prevalentemente a chi effettua operazioni di tipo speculativo come ad esempio le operazioni intraday, tipologia di operazioni aperte e chiuse in giornata con il solo scopo di conseguire lauti guadagni.

E’ prevista, inoltre, una rimodulazione delle aliquote fiscali dei Titoli di Stato, dall’attuale tassazione al 12,50% si potrebbe arrivare al 20%, oppure potrebbero essere definite aliquote variabili in funzione della durata dell’investimento, del tipo di sottoscrittore e del fine ultimo dell’investimento. In effetti, se confrontiamo la tassazione sulle rendite finanziarie con quella sui redditi di lavoro dipendente, la differenza è davvero rilevante. Ma ricordiamoci, però, che sugli investimenti finanziari gravano anche l’imposta di bollo, le commissioni bancarie e, sulle azioni, la Tobin Tax.

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Quello su cui intende muoversi il nuovo esecutivo è un terreno minato. Il rischio concreto è quello di gravare duramente sui piccoli risparmiatori e scoraggiare gli investitori con gravi riflessi sull’economia del Paese.