Mancano due settimane al primo luglio, quando scatterà l’aumento IVA al 22% per effetto della Legge di Stabilità: le imprese continuano a chiedere di evitare l’inasprimento fiscale, ma per scongiurarla ci vorrebbe un miracolo, a detta dell’Esecutivo.
Per rimandare il balzello a dicembre 2013 servirebbero due miliardi, il doppio per fermarlo anche nel 2014, con l’obiettivo di inserire una soluzione definitiva nella prossima Legge di Stabilità.
Il rinvio di tre mesi (a ottobre 2013) costerebbe un miliardo e consentirebbe di avere tempo per trovare risorse e fissare misure più stabili
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Governo
Economia. Il Ministro Saccomanni continua a mantenere una posizione interlocutoria: «dobbiamo prendere misure ponderate. Abbiamo bisogno di tempo per un’azione fiscale ragionata e ragionevole». Per il viceministro Fassina (Pd) lo slittamento «non è la soluzione» ma «un ponte per arrivare alla soluzione», dicendosi ottimista per «raggiungere l’obiettivo».
Sviluppo Economico. Meno giri di parole per Zanonato, che ha escluso di “poter promettere lo stop all’aumento” (leggi qui)
Imprese
PMI. «Benzina sul fuoco della recessione, colpo di grazia» insiste da giorni Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e numero uno di Rete Imprese Italia. Il «problema strutturale della nostra economia è la debolezza della domanda interna, che non potrebbe in alcun modo sopportare l’aumento IVA».
Effetti stimati: contrazione consumi, riduzione PIL dello 0,1%, perdita di 20mila posti di lavoro, penalizzazione delle famiglie meno abbienti, altre chiusure di esercizi commerciali, impatto sui prezzi con un aumento dello 0,3-0,4% tra luglio e agosto (effetto scalino).