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Liberalizzazioni: la protesta degli agenti commercio

di Francesca Vinciarelli

6 Febbraio 2012 15:35

Decreto liberalizzazioni: gli agenti di commercio temono per un aggravio della crisi e chiedono un incontro urgente con Monti e Fornero: tutte le proposte di modifica al DL.

Si oppongono con forza alle misure contenute nel decreto liberalizzazioni molte imprese interessate e molti autonomi: ad esempio i 250mila agenti di commercio che temono per la propria attività, già messa a rischio dalla crisi economica globale, e che quindi hanno formulato specifiche richieste al Governo.

In sintesi Federagenti Cisal e Ugifai Cidec chiedono per gli agenti di commercio che al decreto liberalizzazioni vengano apportate le seguenti modifiche:
– deducibilità totale dei costi professionali,
– abolizione degli studi di settore,
– riduzione dell’accise,
– previdenza Enasarco integrativa,
– accesso agevolato al credito.

Scarica il testo del Decreto Liberalizzazioni

Tra l’altro, il comparto delle imprese e dei professionisti del commercio risulta tra i più penalizzati – anche a fronte dei continui aumenti di carburante, delle costanti riduzioni alle provvigioni per gli agenti, dei ritardi nei pagamenti dalla PA e dai privati per quanto concerne il saldo fatture, dalla generale difficoltà di accesso al credito, dai vincoli imposti dagli studi di settore e, infine, da una riforma delle pensioni ritenuta iniqua per la categoria.

«Per questo motivo abbiamo chiesto, con Federagenti Cisal, un incontro urgente con il Ministro dell’Economia, Mario Monti, e il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per esporre le nostre preoccupazioni e le proposte per una categoria negli ultimi anni fortemente penalizzata» ha spiegato il presidente nazionale dell’Ugifai Cidec, Carlo Massaro.

Più in particolare i migliaia di agenti di agenti e rappresentanti di commercio che hanno aderito all’iniziativa, firmando la protesta guidata da Federagenti Cisal e Ugifai, chiedono «interventi immediati a difesa a sostegno di una professione i cui costi sono ormai diventati insostenibili, altrimenti diventerà impossibile l’accesso alla professione anche per le giovani generazioni».