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Legge di Stabilità: testo finale in Parlamento

di Francesca Vinciarelli

23 Ottobre 2015 16:22

Legge di Stabilità all'esame del Quirinale, pronta per essere inviata al Parlamento mentre Padoan e Renzi spiegano la manovra e forniscono precisazioni.

Pronta ad approdare in Parlamento la Legge di Stabilità 2015, ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan nel corso di un intervento in radio:

«La versione definitiva della Legge di Stabilità sarà inviata al presidente della Repubblica e oggi stesso, è questione di ore, arriverà in Parlamento».

Padoan ha inoltre confermato l’intenzione del Governo di ridurre in modo permanente le tasse e che nella manovra non si è volutamente intervenuto sulle spese fiscali perché questo avrebbe significato aumentare le tasse, «cosa che è contro la filosofia di questo Governo».

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Attualmente la Legge di Stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri è all’esame degli uffici competenti del Quirinale e probabilmente arriverà in Parlamento il 26 ottobre. E aspettando che la manovra giunga in Parlamento anche il premier Matteo Renzi ha puntualizzato alcuni aspetti della manovra, pubblicando un post sul Facebook. Tra le precisazioni fornite da Renzi la conferma che con la Legge di Stabilità il Governo:

«Continua nel percorso di abbassamento delle tasse: dopo gli 80 euro e la cancellazione della componente lavoro dell’IRAP adesso tocca a IMU e TASI oltre che alle “tasse agricole” e agli imbullonati», oltre alla misura «per chi investe nei beni necessari all’azienda, cioè chi investe sul futuro del lavoro, ha diritto a uno sconto fiscale (misura dei cd. Superammortamenti). E dal prossimo anno va giù anche l’IRES, a un livello più basso della Spagna. Giù le tasse, finalmente! Altro che storie: ridurre le tasse non è di destra o di sinistra, è semplicemente giusto. Per la prima volta nella storia d’Italia le tasse vanno giù in modo sistematico, per tutti, non solo per qualcuno. Per tutti, per sempre!».

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Sul tema dell’aumento del limite per all’utilizzo del contante, Renzi spiega:

«È una misura semplice, è una misura liberale, è una misura per aiutare i consumi e sbloccare molte famiglie italiane. Il limite del contante non aiuta l’evasione, né la combatte. Per combattere l’evasione si deve incrociare il dato dei contribuenti (curioso il silenzio che ieri ha accompagnato la notizia che Agenzia delle Entrate e Sogei hanno segnalato a 220.000 persone piccole irregolarità facilmente sanabili, in uno spirito di collaborazione, e lo hanno fatto grazie alla nostra dichiarazione dei redditi precompilata: questo è il modo con il quale si combatte l’evasione, altro che limite del contante!)».

Sul canone RAI il premier spiega semplicemente:

«Se tutti pagano, paghiamo meno».

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Tra quelle che reputa essere le vere novità di questa manovra, Renzi cita:

«Più soldi per la cultura, più soldi per l’università, più soldi per innovazione e ricerca, più soldi per piste ciclabili, più soldi per la sanità, più soldi contro la povertà, più soldi sul sociale, più soldi per le partite iva e i lavoratori autonomi, stretta sui dirigenti pubblici e le partecipate».