PMI Innovative: agevolazioni trascurate

di Barbara Weisz

16 Novembre 2018 13:04

Osservatorio PMI Innovative: poche iscrizioni alla sezione speciale del registro Imprese, scarsa conoscenza delle agevolazioni, pochi investimenti e ricambio manageriale.

Ancora poche le PMI Innovative che si iscrivono all’apposita sezione del Registro Imprese, meno di mille nel 2018, con una contrazione nella crescita di fatturato rispetto al 2017: lo rileva la seconda edizione dell’omonimo Osservatorio a cura di Bernoni Grant Thornton in collaborazione con l’Università di Pisa, presentato in occasione del premio dedicato a questo segmento di imprese.

Partiamo dal mercato. In Italia, in base ai dati aggiornati al 24 settembre, ci sono 877 aziende iscritte alla sezione PMI innovative del Registro Imprese. In termini relativi, si registra una crescita del 35% rispetto al 30 settembre 2017, ma in rapporto alla platea potenziale il dato resta molto basso. In Italia ci sono oltre 18mila imprese che hanno le caratteristiche previste dalla legge per essere considerate PMI innovative ma che, non essendo iscritte all’albo speciale della Camera di Commercio, non stanno approfittando dei relativi benefici.

«A quasi quattro anni di distanza dall’introduzione della disciplina agevolativa, segnala Alessandro Dragonetti, Co-Managing Partner e Head of Tax di Bernoni Grant Thornton, i numeri non decollano e si registra addirittura un rallentamento.

Ciò potrebbe essere causato anche dalla mancanza di un’adeguata conoscenza dei benefici ottenibili con l’iscrizione al registro.

In estrema sintesi, ricordiamo che la legge 3/2015 (Investment Compact) ha esteso alle PMI Innovative larga parte dei benefici previsti per le Startup Innovative purchè con sede legale in Italia, almeno un bilancio certificato, nessuna quotazione in Borsa e almeno uno dei seguenti requisiti:

  • spesa in ricerca e sviluppo pari almeno al 3%,
  • almeno un quinto dei dipendenti con dottorato di ricerca o con laurea e almeno tre anni di ricerca, oppure almeno un terzo con laurea magistrale,
  • titolare di almeno una privativa industriale.

Nel 2018, alla sezione del Registro Imprese, si sono iscritte 230 nuove realtà, attive per il 65% nel settore dei servizi, per il 28% nell’industria / artigianato e per il 6% nel commercio. Il livello di “anzianità” è in media di 8 anni, il fatturato è, in oltre il 25% delle aziende, inferiore ai 250mila euro.

Allargando all’intero universo delle PMI Innovative, i ricavi crescono in media del 28% annuo, rispetto al 66% del 2017. Inoltre, il 47% delle aziende ha realizzato nel 2017 un fatturato inferiore al milione di euro (circa il 13% in meno rispetto al 2016, pari al 60%). Il valore medio del patrimonio netto supera i 2,7 milioni di euro, ma più della metà delle società in deficit patrimoniale hanno fatturato inferiore ai 500 mila euro.

Per rilanciare e supportare questa tipologia di aziende è necessario favorire l’ingresso di investitori istituzionali che possono dare stabilità e managerializzazione nelle aziende, ma anche costruire un patent box facilitato e incentivare la presenza femminile/giovanile ideando una disciplina del lavoro a misura di PMI Innovative.

E veniamo al podio 2018 (Premio PMI Innovative di Bernoni Grant Thornton): trasformazione dei rifiuti in nuove risorse, produzione 4.0 di lavelli da cucina, intelligenza artificiale sono i campi di attività delle imprese vincitrici.

  • EntsorgaFin S.p.A: trasforma i rifiuti in nuove risorse, opera come incubatore di idee e progetti tecnologici capaci di aumentare l’efficienza e ridurre i consumi energetici. Fatturato 2.9 M (2016), 7.9 M (2017); 11 dipendenti (47% laureato), 3% del fatturato investito in R&S.
  • Delta Srl: appartiene al Gruppo Plados-Delta, lavelli da cucina in materiale composito, vende attraverso il marchio Telma, dal 2013 ha installato il nuovo impianto completamente automatizzato che può essere utilizzato anche per la produzione di materie prime per altre applicazioni (piani top, lavabi, vasche da bagno e docce).Fatturato 10.9 M (2016), 11.7 M (2017); 67 dipendenti, 3% del fatturato investito in R&S.
  • Energy Way: società di data science formata da matematici, ingegneri, esperti in intelligenza artificiale, ha messo a punto modelli matematici innovativi al servizio dell’efficienza e della sostenibilità delle imprese. Fatturato 890 mila (2016), 1.5 M (2017); 13 dipendenti e 20 figure tra data scientist ed esperti di intelligenza artificiale, 3% del fatturato investito in R&S.