Dall’ultimo Rapporto ISTAT sugli investimenti in R&S nel 2008, emerge che l’Italia non investe moltissimo in Ricerca e Sviluppo, né a livello pubblico, né no profit, per quanto gli indici siano aumentati rispetto all’anno precedente (+5,9% in termini nominali, + 3% in termini reali). In generale, fanno meglio università e imprese, anche le Pmi. La spesa intra-muros (1,23% del PIL) si concentra in poche aree, specialmente nel Nord Ovest. A trainare l’Italia per R&S sono Piemonte e Lombardia (36,1%).
Al terzo posto il Lazio, che da solo non riesce tuttavia a risollevare i valori registrati nel Centro Italia (21,6%). Meglio il Nord Est, dove gli investimenti continuano a crescere positivamente (24,7%). Male il Sud, in coda con il 17,6%.
Sole tre regioni, quindi, coprono il 55% della spesa totale nel comparto delle imprese, il 60,4% se ci si riferisce al mondo delle istituzioni pubbliche e il 74,6% delle non profit.
Segnali positivi arrivano invece dall’università (i cui investimenti sono meglio distribuiti sul territorio) e da alcuni soggetti emergenti nell’ambito della ricerca applicata. Si tratta di regioni come Emilia-Romagna, il Veneto o la Campania che, grazie all’intervento di piccole e medie imprese, sembrano riuscire a rincorrere le grandi società.
Bene anche il Veneto che, trainato dall’andamento positivo delle imprese sul territorio (+36,4%), riesce a migliorare anche la spesa complessiva in R&S, che cresce del 24,1%.