In busta paga in aumento i costi non salariali

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 1 Aprile 2014
Aggiornato 24 Settembre 2015 12:58

I dati Eurostat sull'aumento dei costi non salariali in busta paga e il confronto tra le tasse a carico di dipendenti e datori di lavoro italiani ed europei.

Aumenta il costo del lavoro in Italia ma non i compensi in busta paga, stando ai dati Eurostat che confrontano il 2013 con il 2008. In generale nell’Europa a 28 il costo del lavoro è aumentato del 10,2% (10,4% nell’Eurozona), in Italia invece la crescita è stata dell’11,4%.

=> Buste paga, stangata IRPEF: da marzo +30%

Incidenza dei costi non salariali

A beneficiarne però non sono stati i lavoratori, tutt’altro: a salire sono stati i costi non salariali ovvero le tasse a carico dei dipendenti e dei datori di lavoro che hanno fatto lievitare il lordo, ma non il netto. In Italia i costi non salariali hanno inciso, nelle attività economiche con più di 10 dipendenti ad esclusione dell’agricoltura e della Pubblica Amministrazione, per il 28,1% (il costo del lavoro è di 28,1 euro l’ora), contro il 23,7% dell’Europa a 28 e il 25,9% dell’Eurozona. Incidenze più pesanti dell’Italia si registrano in Svezia (33,3%, per un costo del lavoro di 40,1 euro l’ora), Francia (32,4% per un costo di 34,3 euro l’ora) e Lituania (28,5% per un costo di 6,2 euro l’ora).

Spread stipendi: buste paga europee a confronto

Gli aumenti più alti si registrano però in Bulgaria (+44,1%), pur rimanendo ai livelli minimi, e in Svezia (+26,9%). Il calo più consistente invece si registra in Grecia (-18,6%), seguita da Croazia, Portogallo e Ungheria.