L’impresa deve «mettere al centro la persona, la qualità delle sue relazioni», impegnarsi «a costruire un mondo più giusto», impostare il lavoro «sulla collaborazione di molti»: sono le parole con cui Papa Francesco si è rivolto ai 7mila imprenditori in Vaticano per la storica udienza di Confindustria in occasione del Giubileo dell’impresa. L’evento si è aperto con l’orchestra del coro dei giovani del Conservatorio di Santa Cecilia che ha eseguito musiche di Mozart, ed è stato intitolato al “Fare Insieme“, concetto richiamato dallo stesso Pontefice nel suo discorso alle imprese.
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Gli imprenditori, prosegue il Pontefice, hanno «una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti» e sono chiamati ad essere artefici di un «nuovo umanesimo del lavoro», a «tutelare la professionalità», prestare attenzione alle condizoni del lavoro, rifiutare «le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi», la «disonestà e i facili compressi».
Il bene comune deve essere, per Papa Francesco, «la bussola che orienta l’attività produttiva, perché cresca un’economia di tutti e per tutti». La libertà economica «non prevalga sulla concreta libertà dell’uomo e dei suoi diritti», e il mercato «non sia un assoluto, ma onori le esigenze della giustizia» e della «dignità della persona».
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha ringraziato il Santo Padre per aver fortemente sollecitato all’Evangelii Gaudium, ricordando che «la crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano». La fede, ha proseguito Squinzi, «è un elemento di straordinaria importanza e vitalità e punto di riferimento anche per chi non crede, come l’impresa e la libera iniziativa sono componenti centrali di una società capace di solidarietà di sostanza, a cui tutti dovrebbero appellarsi».
di Papa Francesco agli imprenditori