Bonus 600 euro rifiutato con contratto a termine

Risposta di Barbara Weisz

28 Maggio 2020 14:56

Michela chiede:

Non ho un contratto stagionale ma tutti gli anni venivo assunta tempo determinato (pulizie in villaggi turistici): mi è stata rifiutata l’indennità INPS di marzo. Quali aiuti posso ottenere?

Purtroppo questo delle attività stagionali è una sorta di vuoto normativo che va a penalizzare proprio le categorie di lavoratori del turismo che sono fra le più danneggiate dalla crisi Coronavirus. e alle quali, fra l’altro, il legislatore ha teoricamente dedicato specifici ammortizzatori che però, come nel suo caso, di fatto non funzionano in molti casi. Il punto è relativo alla dicitura lavoratori stagionali: solo a questa categoria è destinato il bonus di 600 euro (fra l’altro, esteso anche ai lavoratori che non appartengono al settore turistico dal dl rilancio).

Se l’INPS le ha rifiutato il bonus, significa che il contratto nazionale che le è stato applicato non prevede esplicitamente il lavoro stagionale, configurandosi quindi come un “normale” contratto a  termine.

Non si può escludere che il legislatore intervenga su questo fronte con opportuni correttivi, inserendo quindi tutti i lavoratori del turismo fra gli aventi diritto al bonus. Ma al momento questo non è successo. Quindi, lei non ha diritto al bonus di 600 euro. E non mi pare ci siano altre misure legate all’emergenza Coronavirus da lei attivabili.

Gli strumenti a disposizione nel suo caso restano quindi quelli già precedentemente previsti, ovvero gli ammortizzatori sociali a cui hanno diritto i lavoratori a cui scade il contratto a termine, come la Naspi. oppure il reddito di cittadinanza.

Verifichi anche l’eventuale diritto al reddito di emergenza, previsto dall’articolo 82 del dl 34/2020, che spetta a coloro che si trovano «in condizioni di necessità economica in conseguenza dell’emergenza
epidemiologica da COVID-19», e possiedono una serie specifica di requisiti, a partire da ISEE 2019 fino a 15mila euro e valore del patrimonio mobiliare familiare fino a 10mila euro, a cui si possono aggiungere 5mila euro per ogni componente successivo al primo, fino ad un massimo di 20mila euro.

 

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