Contro riforma Fornero: quota 100 penalizzante?

Risposta di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Luglio 2018
Aggiornato 13 Dicembre 2022 08:58

Rocco chiede:

Nella eventualità che ci sia in effetti un cambiamento nella legge Fornero, coloro che volessero andare in pensione dopo il primo gennaio 2019 rischiano una decurtazione sull’assegno di pensione? Possibile ricalcolo peggiorativo sui 18 anni di contributi versati prima del 1996?

No, non mi risulta che al momento ci siano ipotesi di riforma della Legge Fornero che prevedono un ricalcolo della pensione. A meno che non si tratta di pensioni d’oro (superiore a 4 o 5mila euro mensili), nel quale caso è in arrivo un provvedimento, entro l’estate, che prevede in effetti un taglio a questi assegni (che, par di capire, saranno calcolati interamente con il contributivo, per cui non sarà possibile superare queste cifre senza aver effettivamente versato i corrispondenti contributi).

E’ però presto per sapere esattamente come sarà formulata la norma, che in ogni caso è imminente. Al di fuori di questa proposta, non ci sono, mi pare, in vista altre ipotesi che prevedono il ricalcolo contributivo. In altri termini, per rispondere precisamente alla sua domanda, chi ha versato almeno 18 anni di contributi entro il 1 gennaio 1996 continuerà ad avere l’assegno calcolato con il sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011. I versamenti successivi, quindi dal 20121 in poi, sono invece valorizzati con il contributivo.

Le due ipotesi di flessibilità in uscita di cui si parla, che riformano la Legge Fornero, sono la quota 100, domma di età e contributi (probabilmente, ci sarà un’età minima di 64 anni e almeno 36 anni di contributi), e la pensione anticipata con 41 anni di contributi. In effetti, la quota 100 potrebbe prevedere il calcolo interamente contributivo della pensione.

Ma resta una scelta del lavoratore quella, eventualmente, di aspettare la pensione di vecchiaia o quella anticipata, conservando quindi la possibilità del calcolo retributivo.

 

 

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