Intelligenza Artificiale e posti di lavoro: nessuna minaccia ma pochi talenti

di Teresa Barone

23 Gennaio 2025 12:01

logo PMI+ logo PMI+
L'Intelligenza Artificiale è una leva strategica per il futuro e non comporta rischi per i posti di lavoro, tuttavia mancano le figure specializzate.

L’Intelligenza Artificiale è in cima alle priorità strategiche del 2025 per un numero crescente di aziende, tuttavia uno dei nodi da sciogliere riguarda l’impatto di questa tecnologia nel mondo del lavoro soprattutto a livello occupazionale.

Un recente AI Radar di BCG ha cercato di rispondere al quesito chiave ormai da anni: la AI rappresenta una minaccia per i posti di lavoro? Ebbene, da quanto emerso, solo il 7% dei dirigenti prevede tagli al personale causati dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in azienda, con la percentuale che scende al 3% in Italia.

Investimenti in AI in Italia

Il 62% dei manager aziendali si aspetta di preservare le dimensioni della propria forza lavoro, anche generando un contesto in cui AI ed esseri umani possano operare fianco a fianco.

Come si evince dallo studio “From Potential to Profit: Closing the AI Impact Gap”, inoltre, in Italia l’83% delle aziende prevede di investire fino a 25 milioni di dollari in AI, sebbene per la maggior parte dei dirigenti intervistati (59%) l’Intelligenza Artificiale non abbia ancora generato valore.

Dalla ricerca emerge anche come a rappresentare un ostacolo sia la formazione sull’AI, soprattutto per la difficoltà nel reclutare talenti specializzati necessarie a potenziare le competenze interne. In Italia, ad esempio, solo il 20% delle imprese può avvalersi di più del 25% della forza lavoro formata in modo adeguato.

I rischi dell’AI in azienda

Da quanto emerso, sarebbero tre i principali rischi da affrontare legati all’AI, che non riguardano il comparto HR ma quelli IT & Legal:

  • privacy e sicurezza dei dati (62% in Italia e 66% globale);
  • mancanza di controllo o di comprensione delle decisioni dell’AI (49% in Italia e 48% globale);
  • sfide normative e di conformità (41% in Italia e 44% globale).

Altre problematiche più specifiche riguardano la cybersicurezza e l’impatto ambientale.