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APE Sociale 2024: come sono cambiati i requisiti

di Anna Fabi

11 Aprile 2024 11:30

Per l'APE Sociale oggi servono 5 mesi in più il rispetto della nuova soglia di cumulo con redditi di lavoro: regole e requisiti 2024.

Andare in pensione con l’APE Sociale nel 2024 richiede almeno 63 anni e 5 mesi ed il rispetto del nuovo limite al cumulo con i redditi da lavoro: con l’indennità di prepensionamento a carico dello Stato, infatti, sono oggi compatibili soltanto i compensi da lavoro autonomo occasionale, nei limiti di 5mila euro lordi annui.

Per fare il punto, ripercorriamo i requisiti, il calendario domande e le compatibilità con altri ammortizzatori sociali e forme di pensione anticipata.

APE Sociale oggi: i nuovi requisiti

I requisiti di accesso all’APE Sociale oggi sono i seguenti: almeno 63 anni e cinque mesi di età; non essere titolari di pensione; rientrare in una delle quattro categorie previste dalla Legge di Bilancio 2017 (commi da 179 a 186 legge 232/2016) escludendo i lavoratori previsti dall’ampliamento nel 2022 operata dalla Commissione Damiano per quanto concerne gli addetti a lavori gravosi. Il nuovo vincolo anagrafico si applica anche a chi ha aveva già raggiunto i requisiti nel 2023 ma presenta la domanda di certificazione del diritto nel corso del 2024.

Viene anche prevista una regola di incumulabilità con redditi di lavoro dipendente o autonomo a(d eccezione del lavoro occasionale) entro un massimo di 5mila euro annui. Per calcolare tale soglia, rilevano i redditi percepiti nell’anno solare di accesso all’APE Sociale, quindi anche quelli degli eventuali mesi precedenti alla decorrenza del trattamento e quelli successivi al raggiungimento dei 67 anni.

L’importo massimo della pensione è invece rimasto pari a 1.500 euro lorde mensili, senza tredicesima e senza rivalutazione, fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni.

A chi spetta l’APE Sociale

Disoccupati involontari

Con la riforma pensioni inserita in Manovra 2024, sono ammessi i disoccupati a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 604/1966, nonché per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, ma solo a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.

Significa che, se la disoccupazione deriva dalla fine di un contratto a termine, bisogna anche avere almeno 18 mesi di contratto attivo nei 36 mesi che precedono la disoccupazione.

Attenzione: ha accesso alla prestazione anche chi perde il lavoro per mancato superamento del periodo di prova.

Si può presentare domanda di accesso al beneficio senza dovere attendere, ove non ancora perfezionato, il decorso di almeno tre mesi dal momento in cui è terminata l’integrale fruizione della prestazione di disoccupazione spettante (ad esempio la NASpI).

Per quanto riguarda gli operai agricoli, comunque, non è necessario computare il trimestre a far data dal licenziamento o dimissioni per giusta causa (verificati tramite le risultanze UNILAV) se avvenuti nell’anno in cui è proposta la domanda di APE Sociale o, se in precedenza, dalla fine dell’anno prima.

Caregiver

Sono ammesse alla prestazione le persone che assistono, da almeno sei mesi, il coniuge, un parente o affine di primo grado, un parente o affine fino al secondo grado convivente (se i genitori sono over 70 o affetti da patologie invalidanti).

Inabili

Accedono all’APE Sociale coloro che possono comprovare una riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%.

Addetti a lavori gravosi

Si tratta degli addetti a mansioni gravose: devono averle svolte per almeno sette anni negli ultimi dieci, o per almeno sei anni negli ultimi sette:

  • addetti alla concia di pelli e pellicce;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • addetti spostamento merci e/o facchini;
  • conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  • conducenti treni e personale viaggiante in genere;
  • guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • infermieri o ostetriche che operano su turni;
  • maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operai edili o manutentori di edifici;
  • operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
  • chi cura, per professione, persone non autosufficienti.

NB: per il 2024, l’INPS ha ammesso anche le altre categorie individuate nel 2022, che la Manovra 2024 sembrava invece non aver contemplato.

Eccole tutte (con relativo codice ISTAT):

  • 2.6.4. docenti di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate;
  • 3.2.1. tecnici della salute;
  • 4.3.1.2 addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • 5.3.1.1. professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • 5.4.3 operatori della cura estetica;
  • 5.4.4. professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati;
  • 6 artigiani, operai specializzati agricoltori;
  • 7.1.1 conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • 7.1.2 operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • 7.1.3 conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • 7.1.4 conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • 7.1.5 operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • 7.1.6 conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • 7.1.8.1 conduttori di mulini e impastatrici;
  • 7.1.8.2 conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • 7.2 operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • 7.3 operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • 7.4 conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • 8.1.3 personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • 8.1.4 personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • 8.1.5.2 portantini e professioni assimilate;
  • 8.3 professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • 8.4 professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Per quanto riguarda i contributi necessari, per alcune categorie di lavoratori gravosi bastano 32 anni di contributi: sono gli operai edili, come indicati nel contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese edili ed affini, i ceramisti (classificazione Istat 6.3.2.1.2) e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta (classificazione Istat 7.1.3.3).

Le lavoratrici madri hanno avuto una riduzione di un anno (12 mesi) per ciascun figlio, fino a un massimo di 24 mesi. Questa riduzione si è applicata anche sui 32 anni contributivi.

APE Sociale: come fare domanda

Le modalità di accesso al beneficio sono le stesse applicate negli scorsi anni: prima si chiede all’INPS la verifica del diritto e poi si presenta la domanda definitiva. I moduli  si scaricano sul portale dell’Istituto di previdenza al seguente percorso: “Prestazioni e Servizi” > ”Prestazioni” > “APE Sociale-Anticipo pensionistico” > “Accedi al servizio”.

Moduli per gravosi

Per i lavori gravosi ci sono specifici moduli per le diverse attestazioni richieste:

  • AP148, denominato ” Attestazione datore di lavoro per la richiesta dell’APE Sociale in relazione alle attività lavorative di cui all’allegato 3 della legge 30 dicembre 2021, n. 234″;
  • AP149, denominato “Attestazione datore di lavoro domestico per la richiesta dell’APE Sociale in relazione alle attività lavorative di cui all’allegato 3 della legge 30 dicembre 2021, n. 234″.

Calendario scadenze

Chiusa la finestra del 31 marzo per la richiesta di certificazione del diritto, la domanda si considera tempestiva se inviata entro il 15 luglio; è possibile mandarla fino al 30 novembre, ma in questo caso sarà lavorata solo se ci sono ancora risorse disponibili.

Le scadenze delle risposte INPS con gli esiti sono invece le seguenti:

  • 30 giugno, per le domande di verifica delle condizioni presentate entro il 31 marzo;
  • 15 ottobre, per le domande di verifica delle condizioni presentate entro il 15 luglio;
  • 31 dicembre, per le domande di verifica delle condizioni presentate tra il 15 luglio e il 30 novembre.

Quando arriva l’APE Sociale

L’APE Sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla domanda di trattamento (con riferimento alla seconda domanda, ossia quella di richiesta vera e propria, che si presenta dopo aver ricevuto la risposta positiva dell’INPS alla richiesta di verifica del diritto), previa cessazione dell’attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato, svolta in Italia o all’estero.

Compatibilità con altri ammortizzatori

L’APE Sociale è incompatibile con altri ammortizzatori sociali, ad esempio con l’ISCRO (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa).

L’importo della prestazione di accompagnamento alla pensione, inoltre, concorre alla formazione del reddito familiare incidendo sul valore ISEE, assunto come base per la concessione di altri ammortizzatori.

Per tutti gli ulteriori approfondimenti, si consulti la Circolare applicativa INPS per l’APE Sociale 2024.