Incentivi imprese: allarme blocco decontribuzioni al Sud

di Anna Fabi

12 Gennaio 2022 10:30

Unimpresa sollecita il Governo a intervenire per l'ok della UE sugli esoneri contributivi nel Mezzogiorno, in tempo per evitare i versamenti di febbraio.

Gli esoneri contributivi per le assunzioni di giovani e quello per l’occupazione di donne che aumentino la base occupazione dell’azienda sono incentivi previsti per i datori di lavoro del Sud che tuttavia, per essere attivabili anche nel 2022, necessitano di specifica approvazione UE. Su questo punto, Unimpresa incalza il Governo a intervenire per tempo presso Bruxelles. L’associazione imprenditoriale ha fatto i conti sul danno che deriverebbe per le aziende dalla mancata applicazione di questi strumenti: in tutto, sarebbe una stangata da 1,2 miliardi di euro al mese per 1,5 milioni di imprese del Mezzogiorno.

Decontribuzioni per il lavoro al Sud

Si tratta di sgravi previsti per l’anno in corso ma che, per poter essere utilizzati, richiedono le autorizzazioni comunitarie per il rispetto della normative sugli aiuti di Stato: il parere UE «non è scontato né è chiaro quando eventualmente sarà rilasciato», segnala. Più che altro è proprio la tempistica che preoccupa. Il 16 febbraio le imprese devono versare i contributi e, senza il disco verde sui vari strumenti di decontribuzione, le aziende del Sud «si troveranno un costo maggiorato rispetto a quello del 2021 che va da un minimo del 30% fino ad un più 100%». Quindi, «il tempo stringe e bisogna che il Governo si attivi quanto prima».

Le misure da sbloccare

Nel dettaglio, le riduzioni contributive in questione sono le seguenti.

  • Decontribuzione Sud esonero del 30% per aziende in aree svantaggiate, per tutti i lavoratori in forza, sia nuove sia vecchie assunzioni: è prevista dall’articolo 27 del decreto 104/2020, inizialmente per il solo 2020 e poi prorogata al 2029, con un decalage a partire dal 2026. «Se si considera che in ballo ci sono le riduzioni contributive di oltre 6 milioni di lavoratori è che mediamente tale riduzione si aggira intorno ai 150 euro mensili per ciascuno di loro, è facile comprendere l’enorme peso che le nostre aziende improvvisamente si ritroveranno sulle loro finanze, pari a circa 900 milioni al mese.

=> Decontribuzione Sud anche sulla quattordicesima

  • Esonero contributivo under 36 stabilito dalla legge 178 del 2020 (articolo 1, commi 10-15), che stabilisce uno sgravio del 100% dei contributi per 48 mesi per l’assunzione di giovani, sempre nelle regioni meridionali;
  • Sgravio contributivo donne del 100% introdotto con la stessa norma del 2020 (commi 16-19): prevede che ci sia un incremento occupazionale in aziende.

La decontribuzione Sud vale 900 milioni di euro al mese, mentre gli altri due “sconti” (per i neoassunti under 36 e per le donne) valgono altri 200-300 milioni al mese, per un totale di 1,2 miliardi mensili.

Giovanni Assi, consigliere nazionale di Unimpresa, sottolinea: «la difficoltà che le imprese meridionali hanno è nota a tutti così come è evidente il divario economico tra Nord e Sud del Paese tanto in termini di PIL che di reddito pro-capite. Un divario che in questi ultimi due anni, con la pandemia, si è ampliato, specie sulle piccole e medie imprese; ragion per cui non ci si può permettere un ulteriore colpo economici, dovuto solo ed esclusivamente a una burocrazia incomprensibile a una cultura aziendale che è “del fare”».