Tratto dallo speciale:

Assunzioni ferme: imprese senza agevolazioni né incentivi

di Teresa Barone

23 Aprile 2024 09:23

Nel 2024 calano le assunzioni con l'abolizione degli incentivi, mentre si attende ancora il decreto attuativo della maxi-deduzione per i nuovi contratti.

I primi mesi del 2024 sono stati caratterizzati da un calo delle assunzioni che coinvolge diverse tipologie contrattuali, anche a causa del taglio degli incentivi fruibili l’anno precedente, mentre ad aumentare sono state le cessazioni.

Di fatto, come si evince dai nuovi dati dell’Osservatorio INPS sul Precariato, pubblicato il 18 aprile e relativo a gennaio 2024, anche le assunzioni agevolate hanno subito una battuta d’arresto.

Crollo 2024 delle assunzioni 2024

Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati, prendendo in considerazione le assunzioni e le variazioni contrattuali, presentano una variazione pari a -11% rispetto allo stesso periodo del 2023. In dettaglio:

presentano una flessione negativa l’esonero contributivo totale giovani (-72%), l’esonero donne (-27%) e le “altre misure” (-14), mentre si registra una sostanziale stabilità per l’agevolazione “Decontribuzione Sud” (+0,4%).

Stando ai dati INPS, nello specifico, le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nel mese di gennaio 2024 sono state 674mila, una cifra inferiore rispetto all’anno scorso caratterizzata da variazioni negative che coinvolgono le assunzioni in apprendistato (-11%), in somministrazione (-8%), a tempo indeterminato (-5%) e stagionali (-1%), mentre un andamento leggermente positivo si riscontra per le assunzioni con contratti di lavoro intermittente (+4%) e a tempo determinato (+0,3%).

Vecchi incentivi aboliti, nuove agevolazioni ferme

Dietro questo calo, si cela sia la fine dei bonus per le assunzioni, previsti fino al 2023 e sostituiti da una maxi-deduzione fiscale alle imprese mai partita, istituita per legge ed annunciata a gran voce ma finora ancora priva di decreto attuativo.

La maxi-deduzione dalla base imponibile IRPEF e IRES, per le assunzioni con incremento occupazione relative al 2024, permetterebbe ai titolari di reddito di impresa e agli esercenti arti e professioni di accedere a una riduzione aggiuntiva pari al 20% del costo del lavoro.

Peccato che non sia ancora disponibile, motivo per cui c’è ancora incertezza ed il freno a mano tirato nel procedere con nuove assunzioni.

=> I limiti della riforma IRPEF per famiglie, imprese e professionisti

Tra l’altro, la maggiorazione dovrebbe crescere ulteriormente per l’assunzione di persone in particolari condizioni di svantaggio ma a stabilire di quanto dovrebbe essere il decreto attuativo fantasma atteso da 4 mesi dalle imprese, e assegnato al Ministero dell’Economia di concerto con quello del Lavoro.

La determinazione dei coefficienti di maggiorazione, prevista dal decreto legislativo n. 216/2023, era attesa entro fine gennaio ma non è mai stata definita.

Sullo sfondo, c’è l’impossibilità di accedere a misure storiche come la Decontribuzione Giovani e Donne. Restano in vigore soltanto gli incentivi per le assunzioni al Sud.