Rinnovabili, Prestigiacomo rassicura le imprese sul Quarto Conto Energia

di Noemi Ricci

Pubblicato 30 Marzo 2011
Aggiornato 13 Ottobre 2013 10:06

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Quarto Conto Energia entro il 10 aprile, preservati investimenti in corso: lo promette il ministro Prestigiacomo alle imprese.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Rinnovabili (Dlgs 3 marzo 2011, n. 28) che taglia gli incentivi al comparto delle fonti alternative, bloccando in anticipo (31 maggio) il Terzo Conto Energia. Ed è ancora una volta il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiamo a rassicurare le imprese sul loro futuro, tuttora molto incerto: gli investimenti in corso saranno tutelati e il Quarto Conto Energia arriverà entro il 10 aprile.

«Credo che entro la prima decade di aprile concluderemo i lavori di consultazione ed emaneremo il decreto ministeriale, che dovrà rispettare quanto votato all’unanimità sia dalla Camera che dal Senato», sono le sue parole.

Alla Camera è stata infatti recentemente approvata una mozione bipartisan sul Decreto Rinnovabili, che impegna il Governo a salvaguardare gli investimenti nelle energie verdi e a convocare un tavolo di confronto con tutti gli operatori coinvolti.

Al Senato sono state ben sei le mozioni bipartisan accolte, tutte pro-incentivi al fotovoltaico. In particolare si è chiesta una riduzione graduale e di mettere fine alle incertezze definendo celermente il nuovo Conto Energia, ma anche di stabilire obiettivi più ambiziosi per il 2020.

Il ministro Prestigiacomo ha assicurato che verranno salvaguardate anche le imprese che, pur avendo già investito in energie alternative, probabilmente non riusciranno ad allacciare gli impianti entro la scadenza del 31 maggio.

Sul testo del Quarto Conto Energia niente di ufficiale ancora, ma sembrano confermate le voci di una riduzione degli incentivi nell’ordine del 2% per il 1° quadrimestre, per poi passare all’8-10% per il 2°, al 10% per il 2012 e al 15-20% dal 2013. Questo andrebbe ad assecondare la proposta da Confindustria. In totale, il taglio si aggirerebbe intorno al 50%, per un tetto massimo di 6 miliardi di euro.

Si riaffaccia infine l’ipotesi di portare il sistema italiano su criteri simili a quelli del sistema in Germania: Il Governo guarda «modello tedesco di flessibilità annuale, che è quello che tutti gli operatori ci hanno chiesto».

Intanto Assosolare avanza la propria proposta:

  • innalzare il cap monetario per gli incentivi al 2016;
  • introdurre obiettivi annuali al posto dei tetti incentivabili;
  • ridurre il taglio agli incentivi;
  • eliminare la prenotazione della capacità e relativa fidejussione.

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