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Sistemi eolici: facciamo chiarezza

di Alessia Valentini

27 Aprile 2010 10:00

Intervista a Pietro Dalla Torre e Mauro Calzecchi, esperti in installazione di impianti di energia alternativa: consigli pratici per impenditori green

Le Pmi che vogliono realizzare un impianto eolico per la produzione di energia rinnovabile devono conoscere gli aspetti chiave dell’implementazione e dell’incentivazione, per scegliere le modalità più adatte alle proprie risorse finanziarie.

Ci aiutano a fare chiarezza gli ingegneri Pietro Dalla Torre e Mauro Calzecchi, grazie alla loro diretta esperienza di consulenza e supporto alle imprese in questo ambito per conto della Pentera srl.

Siti adeguati

Punto di partenza è l’analisi del territorio, dove si presume di far sorgere un impianto. Solo in alcune aree, infatti, è veramente interessante investire nell’energia eolica con significativi ritorni: Sud d’Italia e Isole. le zone migliori sono Appennino meridionale, Daunia, Ovest della Sicilia e Sardegna.

Impianti e indagini preventive

Gli impianti sono divisi in 4 categorie, ma solo le prime due categorie sono alla portata di privati e Pmi:

  1. Micro impianti sotto i 20Kwh (ma ve ne sono anche da 1Kwh in genere montati sulle barche a vela)
  2. Mini impianti fino a 100Kwh
  3. Grandi impianti fino a circa 1,5Mwh
  4. Grandissimi impianti sopra 1,5Mwh

L’esperienza sul campo dei nostri due esperti evidenzia la necessità di un’analisi preventiva fondamentale: prima di installare un impianto, è necessario svolgere una campagna di misura biennale (quasi sempre ridotta ad un anno) per verificare la quantità totale di vento che in media è presente sul sito individuato. Visto che le condizioni climatiche possono mutare negli anni, di deve verificare la riserva costante di venti per l’impianto eolico.

Le misurazioni devono determinare anche: intensità e direzione prevalente del vento, turbolenze, caratteristiche che influenzano il layout finale dell’impianto e quelle delle turbine.

Mentre per i grandi impianti si utilizzano torri anemometriche alte fino a 100 metri, per i piccoli impianti la valutazione della presenza del vento si fa con le mappe eoliche e con l’esperienza locale evitando i costi degli anemometri.

La soglia di velocità del vento che rende un piccolo impianto davvero produttivo è detta di cut-in, di molto inferiore ai grandi aerogeneratori e di più facile valutazione.

Operatori e investitori

Sulla base dell’esperienza dei due consulenti, si può affermare che c’è un notevole interesse frammentario per la creazione di impianti eolici impianti al di sotto dei 500KWh.

Questi gli ostacoli: in ambito Eolico possono partecipare solo aziende con grossi capitali multimilionari; la qualificazione di siti è molto complessa; le zone di reale interesse in Italia sono limitate e in parte già sfruttate.

Tuttavia i grandi fondi di investimento nazionali e stranieri sono interessati all’Eolico, così come i grandi gruppi del settore Energia (IVPC, ERG, Enel, Falk,…). Ma va ricordato il ruolo importantissimo dei costruttori di apparati (Vestas, Enercon, Repower, Gamesa).

Requisiti

Teoricamente tutti possono implementare il proprio mini impianto eolico, ma come detto non è semplice per un privato o una piccola impresa, realizzare un impianto con buona produzione.

Chi volesse investire nelle rinnovabili, dunque, dovrebbe prima valutare il Fotovoltaico, che richiede anche minore impegno di manutenzione e incentivi per 20 anni invece che per 15 come l’Eolico.

Sul mercato, in realtà stanno arrivando piccoli aerogeneratori a prezzi estremamente contenuti, per cui nelle località ventose il mini/micro eolico diventerà sempre più profittevole anche per i piccoli investitori.

Questo, purché si possa contare sulle seguenti condizioni: terreno adatto; vicinanza di un punto di connessione dove riversare l’energia prodotta (l’utilizzo di accumulatori è poco consigliabile, salvo nelle zone particolarmente isolate); strada di accesso all’impianto.

Vincoli e tempi

L’attività di consulenza dei due ingegneri fornisce una panoramica dettagliata sull’iter per la costruzione di impianti eolici: i vincoli normativi sono molti e l’escursus autorizzativo è ben più lungo nella pratica che nella teoria (secondo quanto previsto dalle norme).

La legge di riferimento, come per il fotovoltaico, è la 387/2003. La maggiore complessità sta nella V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) in relazione a impatto visivo, rumore prodotto ed effetti sulla fauna.

In pratica, da quando si individua un sito a quando si arriva alla produzione trascorrono anche 5 anni: 2-3 per le misurazioni preventive e i tempi autorizzativi più altrettanti per la costruzione. Viste le cifre in gioco e la complessità dei nulla osta, gli investitori si avvalgono di consulenti esterni, legali e tecnici.

Incentivi

Attualmente, gli incentivi disponibili in Italia sono buoni, per quanto non si ricorra al meccanismo del Conto Energia. Per l’Eolico esistomo tre possibilità, le ultime due delle quali gestite dal GSE (Gestore dei Servizi Elettrici):

  1. Certificati Verdi CV + regime di ritiro dedicato ( per impianti superiori a 10MVA obbligatorio il ritiro diretto);
  2. Certificati Verdi CV + regime di scambio sul posto;
  3. Sistema tariffario onnicomprensivo per impianti fino a 200MVA di 300€/MWh.

I certificati verdi sono un bonus dato dalla formula 1 CV = 1MWh prodotto.

Il loro valore – che varia ogni anno ed è legato ad una serie di fattori – può essere inferiore in funzione delle condizioni del mercato dell’energia, ma comunque garantisce al produttore un prezzo di vendita dell’energia, inclusa la vendita diretta fino ad un massimo di 180€/MWh.

Per piccoli impianti è più conveniente scegliere la tariffa omnicomprensiva, sulla quale è necessaria una precisazione: viene a volte indicata come “conto energia eolico” ma è meno professionale definirlo così poiché il Conto Energia è proprio del sistema fotovoltaico.

La sostanziale differenza è che nella tariffa onnicomprensiva il valore è fissato per 15 anni mentre nel Conto Energia c’è un contributo fisso per 20 anni ed una vendita dell’energia sul mercato di valore variabile.