Debiti PA: varato decreto, via ai pagamenti imprese

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 8 Aprile 2013
Aggiornato 18 Giugno 2013 08:05

Varato il decreto sui Debiti della PA che sblocca 40 miliardi di debiti: ecco la ripartizione dei fondi, i tempi di erogazione e i dubbi della Cgia Mestre sulla cifra, che escluderebbe le PMI.

Varato il decreto Debiti PA che sblocca da subito i primi pagamenti alle imprese che vantano crediti con la Pubblica Amministrazione. Già firmato dal Presidente della Repubblica e approvato dalla UE, è in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, così da avviare subito il saldo della prima tranche di debiti pregressi accumulati dalle PA centrali e locali prima dell’entrata in vigore della Direttiva che impone il pagamento delle fatture in 30 giorni.

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Pagamento Debiti PA

Tempi di pagamento

La tranche 2013 eroga 20 miliardi di euro, coperti dall’emissione di Titoli di Stato nel giro di un anno, ma le Amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto, ha spiegato Grilli: entro il 30 aprile saranno resi noti gli spazi finanziari ed entro il 15 maggio la ripartizione delle risorse rispetto alle richieste.

Tuttavia, dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, il Governo garantisce il pagamento di debiti per circa 2,3 miliardi gestiti da Comuni e Regioni: «per questa cifra non sarà necessario aspettare il riparto», in pratica saranno pagati subito dalla Cassa depositi e prestiti per debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012.

=> Leggi lo Schema di Decreto sul saldo Debiti PA

Fondo unico

Tra le novità del testo finale del decreto leggeDisposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali – spicca l’obbligo per enti locali e Regioni senza liquidità di chiedere al Ministero del Tesoro le anticipazioni necessarie a pagare le imprese.

Il fondo da 40 miliardi di euro vede dunque le seguenti ripartizioni: 14 miliardi potranno essere pagati dalle amministrazioni con liquidità in cassa e 26 miliardi saranno forniti sotto forma di prestiti (anticipazioni) alle PAL – 10 mld nel 2013 e 16 mld nel 2014 – per poi essere usati per i pagamenti, e confluiranno in un Fondo unico, composto da 3 sezioni: la Cassa depositi e Prestiti gestirà i prestiti per Comuni e Province, il Ministero dell’Economia gestirà quelli per le Regioni.

Ripartizione anticipazioni (prestiti a 30 anni, con tasso d’interesse pari al rendimento dei Btp quinquennali):

  • Agli enti locali saranno erogati prestiti pari a 2 mld nel 2013 e altri 2 mld nel 2014.
  • Per saldare debiti regionali non sanitari sono destinati 3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi n3l 2014
  • Per saldare debiti regionali relativi alla Sanità sono destinati 5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014.

Le tre sezioni del Fondo sono comunque aperte, nel senso che all’occorrenza potranno esserci variazioni nella ripartizione.

Modalità di pagamento

Saranno le pubbliche amministrazioni a fare gli elenchi dei debiti e dei creditori, visto che il decreto sui pagamenti della PA ha semplificato la procedura abolendo l’obbligo di certificare i crediti.

E «tra le modalità di pagamenti dei debiti PA ci sarà la compensazione tra debiti e crediti. Abbiamo allargato la tipologia di crediti che potranno essere compensati: non solo i debiti passati a ruolo», ha annunciato il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera. La versione finale del decreto prevede l’innalzamento da 500mila a 700mila euro della soglia di compensazione tra crediti e debiti fiscali.

In ogni caso «oltre ai 40 miliardi stabiliti oggi arriveranno ulteriori tranche, sia in termini di cassa che per le emissioni con la Legge di Stabilità per il 2014» ha rivelato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.

=> Scopri le misure contro il ritardo nei pagamenti PA

Debiti con  le PMI

Secondo la Cgia di Mestre, però, sarebbero tra i 120 ed i 130 i miliardi di euro i debiti realmente non saldati da parte della PA: il conteggio del Governo (91 miliardi) lascia infatti fuori i crediti vantati dalle piccole e medie imprese (le realtà che soffrono più di ogni altra il peso dei mancati pagamenti). Secondo la Cgia Mestre le stime presentate da Bankitalia alla Camera sarebbero state calcolate grazie ad una indagine campionaria che ha preso in considerazione solo sulle imprese con più di 20 addetti.

La cifra stabilita consentirebbe tuttavia all’Esecutivo di tenere fermo il vincolo di non sforare il 3% imposto dal Patto di stabilità e crescita, quindi mettendo al riparo l’Italia da possibili sanzioni europee.

=>Leggi i paletti imposti dalla UE sul deficit dell’Italia

O meglio il limite è stato fissato ad un precauzionale 2,9% e il decreto mette in campo anche nuove misure volte a contenere la spesa entro il limite di 40 miliardi di euro.

A settembre verrà effettuato un monitoraggio per verificare la situazione rispetto a tale limite e per permettere eventualmente al Governo di avere il tempo necessario per correre ai ripari. In più il 15 settembre terminerà il censimento dei debiti da parte delle Amministrazioni Pubbliche scaduti al 31 dicembre 2012, elenco che dovrà essere stilato dalle PA stesse.

«Non abbiamo contezza di quanti debiti sono scaduti – ha ammesso il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli – sarà fatta una verifica dei crediti certi,liquidi ed esigibili. Questo servirà a programmare le altre trance di intervento e dare certezza di tempi alle imprese creditrici».

Ad ogni modo, la speranza è che con il decreto legge attuale, che dà immediatamente il via al pagamento alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione, prenda finalmente il via la ripresa economica del Paese.

I mancati pagamenti, protratti negli anni e concomitanti con l’aggravarsi della crisi economica, hanno infatti messo in ginocchio migliaia di imprese e anche tutti i dipendenti, i fornitori e così via coinvolti con esse. Un circolo vizioso che ora il Governo tenta di interrompere con il decreto Debiti PA.