Contributi a fondo perduto Partite IVA e PMI, come funzionano

di Barbara Weisz

Pubblicato 14 Maggio 2020
Aggiornato 21 Maggio 2020 12:05

Sovvenzione statale per PMI e le Partite IVA con calo di fatturato: requisiti, calcolo del contributo a fondo perduto e domanda all'Agenzia delle Entrate.

Una delle misure più attese da imprese e Partite IVA nel decreto Rilancio è il contributo a fondo perduto (sovvenzione statale) a favore di PMI, lavoratori autonomi e titolari di reddito agrario che fatturano meno di 5 milioni all’anno e che nel mese di aprile 2020 abbiano un fatturato inferiore ai due terzi di quello dello stesso mese 2019. In pratica, deve esserci stata una riduzione superiore a un terzo di fatturato.

=> Decreto Rilancio approvato: misure per imprese, lavoro e fisco

Il contributo minimo è pari a mille euro per le persone fisiche e 2mila euro per le imprese. La somma precisa dipende dal fatturato, il decreto stabilisce con precisione come si calcola. Per alcune tipologie di soggetti, ad esempio coloro che hanno iniziato l’attività a partire dal primo gennaio 2019 (Startup o nuove Partite IVA), il contributo spetta indipendentemente dalla riduzione di fatturato. Ma vediamo esattamente come funziona la misura contenuta nel Dl Rilancio per affrontare la fase 2 Coronavirus.

Beneficiari

Soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le imprese esercenti attività agricola o commerciale, anche se svolte in forma di impresa cooperativa, con fatturato nell’ultimo periodo d’imposta inferiore a 5 milioni di euro.

Dunque, hanno diritto al contributo a fondo perduto le imprese o le Partite IVA che nel 2019 hanno avuto ricavi o compensi fino a 5 milioni di euro. Il requisito fondamentale è la riduzione degli incassi di aprile 2020 superiore ad un terzo (ammontare del fatturato e dei corrispettivi inferiore ai due terzi rispetto a quello di aprile 2019). Importante: per effettuare correttamente questo calcolo, bisogna fare riferimento alla data di effettuazione dell’operazione.

Importo sovvenzione

Il contributo a fondo perduto non concorre alla formazione del reddito o della base imponibile, quindi è esentasse. Per conoscere la somma a cui si ha diritto bisogna prima di tutto calcolare la differenza di fatturato aprile 2020/aprile 2019. A questa cifra si applica poi una percentuale, che varia nel seguente modo:

  • 20% per chi nell’intero 2019 ha registrato ricavi o compensi fino a 400mila euro;
  • 15% per imprese e partite IVA con incassi 2019 fra 400mila e 1 milione di euro;
  • 10% per chi ha fatturato l’anno scorso fra 1 e 5 milioni di euro.

In ogni caso, ci sono dei tetti minimi: il contributo non può essere inferiore ai mille euro per le persone fisiche e ai 2mila euro per le imprese.

Esempi

Impresa con differenza di fatturato pari a 50mila euro.

  • Fatturato 2019 900mila euro: contributo a fondo perduto pari al 15% di 50mila euro, quindi a 7mila 500 euro.
  • Fatturato 2019 2 milioni di euro: sovvenzione di 5mila euro.
  • Fatturato 2019 300mila euro: contributo di 10mila euro.

Domanda

La domanda si presenta all’Agenzia delle Entrate, anche tramite intermediario. Le modalità saranno indicate da apposito provvedimento della stessa Agenzia, e dal momento in cui verrà avviata la procedura telematica ci saranno 60 giorni di tempo per presentare richiesta. Il Fisco versa la somma direttamente sul conto corrente bancario o postale del beneficiario, basandosi sui dati presenti nella domanda. Se successivamente rileva un’irregolarità, recupera le somme non dovute e applica sanzioni, che possono essere anche penali.