I conti correnti dei risparmiatori italiani hanno perso 43 miliardi di euro, un saldo negativo che coinvolge quasi tutte le Regioni con l’eccezione della Sardegna e della Basilicata, dove si è registrata una lieve variazione positiva.
Le differenze territoriali non mancano anche per quanto riguarda i rendimenti sui conti correnti.
Conti correnti: la classifica dei rendimenti
Secondo i dati ABI, la remunerazione media dei conti correnti tradizionali (senza vincoli), il tasso di rendimento praticato si attesta in media allo 0,56% . Un dato in netto contrasto con il 3,54% rilevato a marzo per i nuovi depositi a durata prestabilita (certificati di deposito e depositi vincolati).
Si rileva però anche una forte discrepanza a livello geografico, come ha rilevato la FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani).
Prendendo come esempio un conto corrente con un saldo di 5mila euro, in termini di guadagno annuo, la classifica regionale (e dei capoluoghi di provincia) che si prospetta è la seguente:
- 18,2 euro a Trento e Bolzano,
- 15 euro a Firenze,
- 13 euro a Roma,
- 11 euro a Milano e Perugia,
- 10 euro ad Ancona e Cagliari
- 9,5 euro a Bari, Bologna, Campobasso e Palermo,
- 9 euro a Venezia e Pescara
- 8 euro a Catanzaro, Potenza, Genova e Aosta
- 8,5 euro a Torino,
- 7 euro a Trieste,
- 6,5 euro a Napoli.
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Anche i tassi di interesse praticati dalle banche non sono tutti uguali e si registrano ampie disparità territoriali e regionali. A essere favorite sono le famiglie del Centro e del Nord Est Italia grazie a un tasso medio sulla liquidità pari allo 0,48% e allo 0,35%, soprattutto in confronto a quanto avviene in Trentino-Alto Adige dove il tasso raggiunge lo 0,64%.
Dove si concentrano i risparmi in Italia
Anche la localizzazione dei risparmi è variabile in base alla dislocazione geografica.
Dalla Lombardia in testa con il 10,5% (seguita al 9,2% da Lazio e Veneto), la classifica si chiude con Basilicata con 10,8 miliardi (0,9%), Molise con 6,1 miliardi (0,5%) e Valle d’Aosta con 2,7 miliardi (0,2%).
Secondo le rilevazioni FABI, lo scorso anno i risparmi degli Italiani si sono ridotti del 3,6%, per la necessità di fronte al carovita. L’anno prima era stata l’inflazione a mangiarsi una considerevole fetta di risparmi.
Il 2024 si prospetta invece come l’anno del risparmio all’insegna degli investimenti in titoli italiani, tra BOT, BTP, Buoni Fruttiferi Postali e conti deposito legati a fondi nazionali. Molti risparmiatori hanno infatti spostato parte della liquidità verso investimenti remunerativi come i depositi e titoli di Stato.