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Italia: e-commerce da record, ma non basta

di Paolo Iasevoli

19 Giugno 2007 15:36

Buone notizie dall'Italian e-Commerce Forum: sono previsti 5 miliardi di euro per il 2007, ma per mettersi al passo degli altri Paesi avanzati c'è ancora molto da fare

È il settore turistico a trainare la crescita dell’e-commerce italiano, che si riconferma un fenomeno in continua crescita.

A rivelarlo è la ricerca condotta da Netcomm in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, che oggi all’Italian e-Commerce Forum hanno presentato un quadro positivo degli affari condotti online. Il tasso di crescita risulta essere superiore a quello degli altri Paesi europei anche se, per la prima volta dopo 7 anni, non oltrepassa la soglia del 40%, fermandosi al 30.

Le transazioni online sono favorite dalla maggior fiducia acquisita dai consumatori, anche in virtù delle frodi in continua diminuzione (0,2% rispetto allo 0,5% del 2006), mentre il mezzo di pagamento più diffuso risulta di gran lunga la carta di credito, usata nel 70% dei casi.

Crescita dell’e-commerce italiano

Crescita dell'e-commerce italiano

Ma non sono tutte rose e fiori. A fronte di consumatori sempre più smaliziati che intensificano i propri acquisti online, c’è uno zoccolo duro di irriducibili che si mostra reticente anche solo a provare. Anche le imprese potrebbero fare di più.

I settori più forti sono risultati ancora quelli del turismo (49% per 2,6 miliardi di euro), seguito dall’informatica e l’elettronica di consumo (19% per 488 milioni) e dall’abbigliamento (156 milioni e una quota vicina al 3%). Tuttavia il 50% del fatturato è riconducibile ad imprese nate esclusivamente sulla Rete, mentre le aziende tradizionali sono ancora incerte nella vendita online.

È decisamente un peccato: internet è un mezzo formidabile per esportare i prodotti Made In Italy. I dati lo confermano, se è vero che rispetto al 2006 l’export è cresciuto del 22%, toccando quota 900 milioni. Merito delle transazioni b-2-b ma anche di tutti i prodotti di alta qualità che sfruttano al meglio la propria origine italiana.

I segnali positivi ci sono, come anche i margini di miglioramento. Anche se le imprese votate all’e-commerce sono ancora limitate a pochi settori, e il tasso di crescita superiore al resto dell’UE e agli USA non è ancora sufficiente per colmare il divario accumulato finora.