Sarà perché le aziende rinnovano le gamme di prodotti sempre con maggiore frequenza, sarà perché la concorrenza sempre più serrata talvolta porta a mettere in commercio troppo frettolosamente le novità, fatto sta che oggi gli utenti ripongono scarsa fiducia nei dispositivi tecnologici che acquistano. E gli acquirenti italiano sono tra i più scettici riguardo la durata di un nuovo prodotto.
Questi, in sintesi, sono i dati che emergono da una ricerca che Lexmark, società che commercializza soluzioni per la gestione documentale, ha commissionato a Ipsos e che è stata condotta su un campione di 10.000 persone in 21 paesi nel mondo con lo scopo di analizzare il comportamento del consumatore rispetto ai dispositivi tecnologici (cellulari, computer portatili, fotocamere digitali, stampanti e così via).
L’indagine ha evidenziato che l’80% dei rispondenti italiani (il 78% degli intervistati a livello globale), nel momento in cui acquista un dispositivo tecnologico, si aspetta di doverlo sostituire entro cinque anni. Inoltre, il 60% del campione auspica che per realizzare i prodotti comprati siano stati impiegati i materiali della migliore qualità.
Mentre la fiducia nella qualità e nella resistenza dei dispositivi tecnologici è ai minimi storici, la maggioranza degli italiani (87%), in linea con gli intervistati di tutto il mondo (83%), ha dichiarato che un’ estensione del periodo di garanzia dei prodotti corrisponderebbe anche a un aumento della loro fiducia nei prodotti stessi. A ciò si aggiunge il fatto che il 40% delle persone crede che una garanzia più lunga sia anche lo strumento migliore che le aziende possono impiegare per rassicurarli sulla qualità della propria offerta.
D’altra parte, non sembra che oggi perseguire la via di proporre acquisti a un prezzo più elevato, seppure a fronte dell’utilizzo di componenti di maggiore qualità, possa far crescere la fiducia dei consumatori quando si tratta di tecnologia. Infatti, solo il 2% degli intervistati pensa che un prezzo più alto corrisponda a una maggiore resistenza nel tempo del dispositivo.
Mentre oltre due terzi della popolazione (67%) si sente in colpa quando dismette un dispositivo, quasi la metà (48%) ammette che vorrebbe sbarazzarsi dei prodotti non coperti da garanzia, piuttosto che ripararli. I nord-americani, gli australiani e gli europei occidentali sono i più inclini a buttare via i dispositivi difettosi che non sono più coperti da garanzia. Riguardo questo aspetto, fanno invece eccezione gli italiani che si uniscono alle popolazioni dell’Europa orientale, Medio Oriente, Africa, Asia e Sud America, dove è molto più probabile che i dispositivi guasti fuori garanzia vengano portati a riparare.
Da sottolineare infine che quasi un quarto degli intervistati, il 31% in Italia, è propenso a cambiare marca in caso di guasto del dispositivo acquistato.