Funziona 24 ore su 24, quindi anche di notte. L’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti, l’ha definita «la punta di diamante di un processo e di un progresso continui nelle energie rinnovabili da parte della società». L’azienda lo presenta come «l’impianto solare più avanzato del mondo».
È Archimede, la nuova centrale solare termodinamica inaugurata dal colosso italiano dell’energia a Priolo, nella provincia di Siracusa, in quel triangolo industriale in cui risiede il polo petrolchimico più grande d’Europa e che ora punta sull’energia pulita.
Una siracusana illustre, come il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha assistito ieri all’inaugurazione, non ha nascosto la soddisfazione: «questa zona industriale che negli ultimi 50 anni è stato il polo di raffinazione del greggio più grande d’Italia ed ha subito inevitabilmente danni ambientali, oggi diventa avanguardia della ricerca e della produzione di energia pulita».
La centrale è stata realizzata appunto dall’Enel in collaborazione con l’Enea, i cui scienziati hanno sviluppato un’idea del premio nobel Carlo Rubbia. Vanta una tecnologia all’avanguardia nel mondo. Innanzitutto perchè è la prima nel pianeta ad utilizzare i sali fusi come fluido termovettore al posto dell’olio (che per esempio è utilizzato dalle famose centrali ad energia solare californiane), con una quantità di emissioni pari a zero e con un impatto nullo sul territorio. Ed è anche la prima ad integrare un ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico per produrre elettricità.
L’investimento, interamente dell’Enel senza aiuti statali, su progetto Enea appunto, è stato pari a 60 milioni di euro. L’impianto ha una capacità di circa cinque megawatt di energia elettrica con un risparmio all’anno di 2mila 100 tonnellate equivalenti di petrolio, riducendo le emissioni di anidride carbonica di circa 3mila 250 tonnellate ogni anno.
Ha 54 collettori da cento metri, 31mila metri quadrati di superficie attiva, e l’impianto raggiunge una temperatura massima di processo di 550 gradi e permette di accumulare energia.
Il funzionamento è basato su un sistema di specchi parabolici, da cui l”intitolazione ad Archimede, lo scienziato siracusano che con i suoi specchi ustori avrebbe sconfitto le navi romane nella seconda guerra punica (in realtà, le testimonianze storiche su questo particolare episodio sono controverse. Tutti i maggiori storici latini riferiscono delle armi inventate da Archimede e utilizzate nella seconda guerra punica, ma sono pochi quelli che parlano esplicitamente degli specchi).
Gli specchi raccolgono la luce e la immettono in un tubo ricevitore che la converte in calore ad alta temperatura. La miscela di sali, che si riscalda fino ai 550 gradi massimi, assorbe il calore e viene raccolta in un serbatoio di accumulo che consente di immagazzinare il calore. Grazie a questo meccanismo, la centrale funziona anche di notte, quando non c’è il sole. A questo punto interviene il ciclo combinato.
Siracusa è stata scelta per motivi precisi: l’alta insolazione, le stabili condizioni climatiche, la moderata ventosità, la disponibilità dello spazio per il campo specchi, il carattere pianeggiante e poco ombreggiato del sito e la presenza di strutture ausiliarie.
La tecnologia della centrale garantisce una massima programmabilità della produzione e un costo minimo di energia rispetto alle altre tecnologie disponibili sul mercato. La strategia di Enel sulle rinnovabili prevede «nella ricerca un investimento di un miliardo di euro complessivo», ha spiegato Conti.