Indice delle retribuzioni in lieve aumento e flessione contenuta dell’occupazione nelle grandi imprese nel corso degli ultimi mesi. I rapporti da poco rilasciati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) dipingono un quadro in chiaroscuro sullo stato del mercato del lavoro e degli stipendi in Italia. I dati sono ancora condizionati dal difficile momento causato dall’attuale congiuntura economica, ma forniscono comunque alcuni lievi segnali sul possibile e atteso rilancio di alcuni comparti.
«Nel mese di settembre 2009 l’indice delle retribuzioni orarie contrattuali, con base dicembre 2005 = 100, ha presentato un incremento dello 0,7 per cento rispetto al mese precedente e del 3,1 per cento rispetto a settembre 2008. L’aumento registrato nel periodo gennaio – settembre 2009, in confronto al corrispondente periodo dell’anno pecedente, è del 3,2 per cento» si legge nel comunicato [pdf] da poco rilasciato dall’Istat sulle retribuzioni contrattuali. L’Istituto di statistica fornisce poi alcune precisazioni, ricordando che i contratti collettivi nazionali in vigore «relativamente alla sola parte economica riguardano l’88,5 per cento degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005); a essi corrisponde una quota dell’86,7 per cento del monte retributivo osservato».
L’aumento pari a 0,7 punti percentuali rilevato dall’Istat deriva dai miglioramenti economici previsti in otto differenti tipologie di contratto. Nel mese di settembre le variazioni percentuali più significative nell’indice delle retribuzioni contrattuali orarie di contratto, rispetto al mese precedente, si sono registrate nei contratti “Scuola privata laica” (4,1%), “Commercio” (2,4%), Metalmeccanica (1,9%) e “Laterizi e manufatti in cemento” (1,7%). Incrementi maggiormente contenuti hanno interessato altre tipologie di contratto come “Grafiche” (1%), “Lapidei” (1,2%) e “Cemento, calce e gesso” (1,3%). Le variazioni assolute della retribuzione oscillano dunque tra un minimo pari a 19 Euro al massimo pari a 52 Euro raggiunto da “Scuola privata laica”.
«Alla fine di settembre sono in vigore 56 accordi che regolano il trattamento economico di circa 11,6 milioni di dipendenti; a essi corrisponde un’incidenza, in termini di monte retributivo, pari all’86,7 per cento. Per contro, risultano in attesa di rinnovo 22 contratti che corrispondono al 13,3 per cento del monte retributivo totale e che coinvolgono circa 1,5 milioni di dipendenti» si legge nel rapporto stilato dall’Istat. Gli analisti dell’Istituto ricordano poi come la quota di contratti nazionali vigenti risulti elevata in tutti i settori, con una copertura totale per l’agricoltura e intorno al 96,8% per l’industria, all’80,2% per i servizi privati e agli 80,4 punti percentuali per la pubblica amministrazione.
L’Istat ha anche pubblicato il rapporto su lavoro e retribuzioni nelle grandi imprese riferito al mese di agosto 2009 [pdf]. L’indice dell’occupazione in tale ambito ha fatto registrare una variazione negativa pari allo 0,2% al lordo della cassa integrazione guadagni e dello 0,1% al netto dei dipendenti risultati in CIG. Il dato assume maggiore rilevanza se valutato in prospettiva. «Nel confronto tra la media degli ultimi tre mesi (periodo giugno – agosto) e quella dei tre mesi precedenti si è registrato un calo dello 0,6 per cento sia al lordo, sia al netto della cassa integrazione guadagni» scrivono gli analisti.
In aumento, invece, la retribuzione lorda per ora lavorata nel totale delle grandi imprese, sempre nel periodo di riferimento di agosto. Al netto della stagionalità, l’incremento registrato è stato pari all’1,2%, mentre nella media del trimestre giugno-agosto l’aumento è stato di 2,5 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti dell’anno in corso. «La variazione tendenziale di agosto, misurata sull’indice grezzo, è di più 2,6 per cento. Nella media dei primi otto mesi dell’anno la retribuzione lorda per ora lavorata ha registrato un incremento dell’1,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008» spiega il rapporto.
Nelle “grandi imprese dell’industria” la retribuzione lorda per ora lavorata è aumentata del 2,7% rispetto al mese di luglio. Nelle “grandi imprese di servizi”, invece, la retribuzione ha fatto segnare un aumento pari a 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente. Infine, il dato complessivo sul costo del lavoro per ora lavorata nelle grandi imprese è aumentato dell’1% rispetto al mese di luglio, sempre al netto della stagionalità, e di ben 2,6 punti percentuali nel confronto tra il periodo giugno – agosto e i tre mesi precedenti.
I dati forniti dall’Istat si inseriscono nella scia delle recenti rilevazioni sullo stato del mercato del lavoro in Italia e forniscono un buon punto di osservazione per valutare parte degli effetti della crisi economica. Mentre da un lato si registrano aumenti nel peso delle buste paga per alcuni settori, anche grazie alle revisioni dei contratti, dall’altro la grande impresa dimostra di essere ancora in difficoltà con un sensibile calo occupazionale. Un trend che ha caratterizzato buona parte dell’anno in corso e che potrà essere sovvertito solo da una genuina e progressiva ripresa del ciclo economico.