La banda larga fatica ancora ad affermarsi in Italia e il numero degli accessi a Internet per abitazione è ben al di sotto della media europea. Non emergono dati molto incoraggianti per il nostro paese dal recente rapporto [pdf] stilato da Eurostat, l’Ufficio Statistico della Commissione Europea, sulla diffusione delle reti per l’accesso al Web tra i 27 Stati membri dell’Unione nel corso del 2009. Il trend nella crescita dei servizi legati alla connettività in Italia si dimostra in crescita, ma i dati sono inferiori rispetto a buona parte degli altri paesi del vecchio continente.
Stando alle rilevazioni di Eurostat, nel Bel Paese può fare affidamento su una connessione a banda larga solamente il 39% delle famiglie a fronte dei 56 punti percentuali di media registrati in Europa. Una discrepanza sensibile che contribuisce a frenare la diffusione della Rete e delle opportunità economiche prodotte dal digitale. Il dato non migliora di molto se si prendono in considerazione gli accessi a Internet nella loro totalità. In questo caso l’Italia è ferma al 53%, dunque solamente una famiglia su due ha la possibilità di collegarsi alla Rete tramite una connessione casalinga. Anche in questo caso il dato è ben distante dalla media europea per il 2009, stimata da Eurostat intorno al 65%.
Nel 2007 le famiglie italiane con accesso a Internet erano pari al 43%, cifra aumentata di appena 4 punti percentuali in un anno, portandosi a quota 47% nel 2008. Nel medesimo periodo, in Europa il dato è cresciuto mediamente di 6 punti percentuali portandosi dal 54% del 2007 al 60% dello scorso anno. Sempre nel 2007, le famiglie italiane collegate a Internet con la banda larga erano pari al 25%, cifra aumentata l’anno seguente di 6 punti e giunta dunque al 31%. Dati molto distanti dalla media europea attestatasi intorno ai 42 punti percentuali due anni fa e al 49% nel corso del 2008.
Tra i paesi europei con il maggior numero di connessioni spiccano i Paesi Bassi a quota 90%, il Lussemburgo con l’87% delle famiglie connesse, la Svezia (86%), la Germania (79%), la Finlandia (78%) e il Regno Unito con un più che dignitoso 77%. Tra i paesi con dati inferiori rispetto a quanto fatto registrare dall’Italia si distinguono la Bulgaria (30%), la Grecia (38%), il Portogallo (48%) e la Romania (38%).
Sul fronte della banda larga molti paesi risultano in condizioni migliori rispetto al nostro paese: è il caso della Svezia (80%) della Finlandia (74%), della Danimarca (76%), del Lussemburgo (71%) e della Germania (65%) solo per citarne alcuni. Al di sotto del 39% registrato in Italia per l’accesso delle famiglie al broadband si collocano paesi come la Bulgaria (26%), la Grecia (33%) e la Romania (24%). Un dato preoccupante per l’Italia, che dimostra quanta strada ci sia ancora da compiere per colmare la distanza rispetto a buona parte dei paesi europei, avvantaggiati anche da un punto di vista economico dalla possibilità di sfruttare pienamente le funzionalità offerte dalla Rete.
Oltre a fornire la diffusione delle connessioni a Internet tra le famiglie del vecchio continente, Eurostat ha anche diffuso alcune informazioni sull’utilizzo della Rete nel corso del 2009 in base alle fasce di età. «Circa i tre quarti di coloro con una età compresa tra i 16 e i 24 anni nell’Europa dei 27 ha utilizzato Internet con una media sostanzialmente giornaliera nel corso del primo quarto del 2009, a differenza di quanto fatto da circa la metà degli individui tra i 16 e i 74 anni. Le percentuali maggiori nel gruppo 16 – 24 anni sono state registrate nei Paesi Bassi (90%), in Danimarca e in Estonia (88%), in Finlandia e Svezia (87%), mentre le percentuali più basse sono state registrate in Romania (41%), Grecia (57%) e Irlanda (58%)» si legge nel comunicato Eurostat, che identifica nel 70% il valore per l’Italia.
Il dato per il Bel Paese scende a quota 40% nel gruppo tra i 16 e i 74 anni, a fronte di una media europea pari al 48%. In questa fascia di età, in Italia solamente il 12% ha acquistato beni e servizi sul Web a fronte di una media dell’Unione intorno ai 37 punti percentuali. La strada per coprire il divario è ancora lunga.