In Piazza Affari il 2009 non è certo stato un anno all’insegna delle nuove quotazioni, e lo stesso si può dire per le borse europee. Ma nel resto del mondo le matricole sono state decisamente più numerose, soprattutto in Asia e Sud America. Queste due regioni, secondo un’analisi di Ernst and Young, hanno raccolto dalle nuove quotazioni 68,6 miliardi di dollari, il 72% del totale valore delle ipo mondiali. Il numero dei collocamenti è nettamente inferiore a quello dello scorso anno: nei primi 11 mesi dell’anno le operazioni sono state 459, contro le 740 dell’analogo periodo 2008. Ma in termini di controvalore, il discorso cambia: 94,9 miliardi a fine novembre 2009 contro 94,6 del confronto. Ernst and Young stima per l’intero anno una cifra superiore ai 100 mld.
La top ten delle ipo 2009, secondo la tabella Reuters, è guidata dal Banco Santander Brasil, sbarcato sul listino di San Paolo all’inizio di ottobre, che ha fruttato 8,07 miliardi di dollari. E’ stata la più grossa operazione di collocamento della storia della borsa brasiliana. Al secondo posto c’è il collocamento della China State Construction Engineering Corporation, quotata a Shanghai nel mese di luglio, che ha raccolto l’equivalente di 7,3 miliardi di dollari. Segue la Metallurgical Corporation of China, sbarcata a settembre sui mercati di Shanghai e Hong Kong raccogliendo 5 miliardi di dollari.
Al quarto posto, di nuovo il Brasile con Visanet, 4,3 miliardi di dollari in giugno, seguita da China Minsheng Banking Corporation, quotata in novembre a Hong Kong per 3,9 miliardi di dollari. Sesta posizione per un altro paese asiatico, la Malesia, con Maxis, gruppo di telefonia mobile che ha totalizzato 3,3 miliardi a Kuala Lumpur. Si torna a Hong Kong, con China Pacific Insurance, terza compagnia di assicurazioni cinese, già quotata a Shanghai, che debutterà il 23 dicembre dopo aver raccolto 3,1 mld di dollari.
Segue un collocamento avvenuto sulla stessa piazza asiatica, quello di China Sands, la divisione di Macao del colosso dei casinò di Las Vegas, che ha raccolto 2,5 mld. Infine, un parimerito tutto cinese per nono e decimo posto, con due collocamenti del valore di 2,2 miliardi di dollari: il China Longyuan Power Group, il maggior produttore di energia eolica del paese, che ha debuttato il 10 dicembre a Hong Kong, e il colosso navale China Shipbuilding Industry, che debutterà a Shanghai.
Tornando all’analisi di E&Y, Gregory K. Ericksen, Global Vice Chair Strategic Growth Markets, sottolinea che «l’attività dei mercati emergenti ha dominato le ipo di quest’anno» e in particolare «Cina e Brasile stanno chiaramente giocando un ruolo da protagonista nella guida della ripresa economica mondiale».
La mappa internazionale dei collocamenti registra un rallentamento in Nord America pari al 38%, con 66 operazioni a fine novembre per un valore di 16,6 mld di dollari dai 26 mld dei primi 11 mesi 2008. L’Europa ha rappresentato solo il 10% dell’attività mondiale, contro il 28% dell’anno precedente, per un valore di 5 mld di dollari, dai precedenti 13,6mld. Vistoso ribasso in Medio Oriente, con 16 ipo per 2,1 mld di dollari dai 13,1 del confronto (con 51 collocamenti). Da registrare infine un recupero di attività nel secondo semestre negli Usa e nel quarto trimestre in Europa.
Quanto ai settori, per numero di operazioni c’è in testa l’industria, a quota 77, seguita dai materiali, 68, e dall’high-tech, 55. In valore, prevale il finanziario, 21,7 mld, seguito dall’industria, 15,1 mld, e dall’immobiliare, 9,5 mld. Questi tre settori rappresentano il 50% del capitale totale raccolto.
La classifica dei mercati vede in testa Hong Kong, con 17,7 mld, il 18,7% del capitale raccolto, seguita da Wall Street, con 16,9 mld (17,9%), e Shanghai, a quota 16,1 (17%). Per numero di operazioni, in testa la cinese Shenzhen Stock Exchange, seguita da Hong Kong e dal coreano Kosdaq.