Da quando, un mese fa circa, le news sul web sono diventate a pagamento, il Times ha perso una grande fetta di lettori online. Questa è una certezza. Cercare di fare conti un po’ più precisi al momento sembra difficile, visto che ci sono diverse stime e nessun dato ufficiale.
Secondo l’Observer, che cita i dati di Experian Hitwise, il giornale ha perso il 67% dei lettori, mantenendo quindi il 33% del traffico. Ma le cifre fornite dalla concorrenza numero uno, ovvero dal Guardian, sono ben più drastiche e segnalano una perdita del 90% di lettori.
In entrambi i casi, va detto che non si tratta di cifre sorprendenti, anzi. Era stato lo stesso editore del prestigioso quotidiano londinese a spiegare che dopo l’introduzione del paywall si attendeva di mantenere circa il 10% dei propri lettori. Dunque, il crollo del 90% che sembra emergere sarebbe stato preventivato.
Il Guardian ottiene questi dati facendo calcoli un po’ complessi, incrociando le stime di Hitwise con altri numeri e facendo una serie di propri calcoli. Il paywall è stato introdotto il 15 giugno (registrazione gratuita fino al 2 luglio, poi a pagamento con i seguenti prezzi: una sterlina al giorno o due sterline alla settimana). Secondo le ultime stime disponibili da parte della società di auditing Abc (ora la News International di Rupert Murdoch, di cui il Times fa parte, ha smesso di partecipare al monitoraggio volontario), in febbraio il Times aveva 1,2 milioni di utenti giornalieri.
Dopo il 15 giugno, quando è stato introdotto il paywall (c’è stato in realtà un periodo di registrazione obbligatoria ma gratuita, prima dell’introduzione delle tariffe), questo numero sarebbe sceso a 332mila. Il dato si ottiene incrociando le cifre Abc con quelle di Hitwise, secondo cui il Times è passato da una quota di mercato pari al 15% delle grandi testate online a una del 4,16%. Dopo l’introduzione dei pagamenti, gli utenti unici sarebbe scesi a 84mila 800.
Si tratta di stime, non di dati ufficiali. E bisogna dire che ce ne sono diverse. Per esempio, secondo altre fonti, sarebbero stati 150mila i lettori che si sono registrati gratuitamente, e 27mila 500 (15mila sul web e 12mila 500 sull’iPad) i paganti.
Comunque sia, la domanda ora è: conviene il pagamento della news online? Basandosi sulle cifre previste dallo stesso Times (150mila registrazione gratuite, 15mila paganti), il Guardian calcola (basandosi sull’offerta di due sterline a settimana), una cifra di 120mila sterline al mese, 1,4 milioni all’anno. Ma bisogna vedere cosa succede agli introiti pubblicitari, e quanto la concorrenza, gratuita, si avvantaggia dei lettori persi da chi sceglie l’opzione a pagamento.
Andranno poi valutate le differenze fra i diversi mezzi: se i lettori sembrano restii a pagare le news online, sembra più probabile attendersi un successo di quelle su altri devices, come i tablet.
Si può concludere dicendo che in mezzo a questi balletti di cifre sembrano esserci delle esagerazioni. Sul blog Tech Dirt si parla della difficoltà dei corrispondenti del Times ad ottenere dichiarazioni e interviste a causa della scarsa visibilità dopo l’introduzione degli abbonamenti online. Insomma…