Newsweek va a Harman, imprenditore e filantropo

di Barbara Weisz

3 Agosto 2010 13:00

Il magnate si impegna a mantenere gran parte dei livelli occupazionali e a rilanciare il settimanale. Una vita, la sua, fra industria e cultura

Aggiudicato. L’editore del Washington Post ha venduto Newsweek al magnate del settore hi-fi Sydney Harman.

L’imprenditore, da sempre molto impegnato nel sociale e in particolare nell’educazione e nell’insegnamento, ha battuto altri tre concorrenti che si erano proposti come acquirenti alla casa editrice della famiglia Graham: la società di investimenti OpenGate Capital, l’hedge fund Avenue Capital, e l’ex editore del New York Daily News, Fred Drasner. Non si conosce l’importo della transazione, ma si tratta di una cifra simbolica. Harman si è però impegnato a mantenere la maggioranza dei circa 350 dipendenti di un giornale che vanta una solida e lunga tradizione, ma che negli ultimi anni ha perso lettori ed è in rosso.

Lo scorso anno si è chiuso con un passivo intorno ai 30 milioni di dollari, il primo trimestre ha segnato una perdita di circa 11 milioni. L’anno scorso la circolazione è scesa a 1,9 milioni di lettori, dagli oltre tre milioni di vent’anni or sono. Anche il principale avversario, il Time magazine, ha segnato un calo a 3,3 milioni, dai 4,2 degli anni ’80-’90.

Fra il 2008 e il 2009 l’editore ha operato un’ampia ristrutturazione, tagliando circa 150 posti di lavoro e generando risparmi nei costi operativi di oltre 60 milioni, e ha rivisto la politica editoriale cercando di rafforzare il prestigioso organo di stampa su un target di lettori di alto livello.

E ora, la vendita, ampiamente annunciata nei mesi scorsi. L’ormai ex editore, Donald Graham, ha sottolineato che nella ricerca di un acquirente ha privilegiato la scelta di «qualcuno che fosse consapevole quanto lo siamo noi dell’importanza del giornalismo di qualità».

Dunque, Harman ha raccolto una sfida notevole, e lo ha fatto spiegando chiaramente che intende riportare il giornale in attivo nel giro di due anni, puntando fra l’altro su alcuni punti forti storici del settimanale fondato nel 1933: il giornalismo economico e quello investigativo.

È un tycoon del settore dell’hi-fi, negli anni ’50 insieme al socio Bernard Kardon ha inventato un sistema di audio integrato e fu fra i primi a buttarsi nel nuovo business degli impianti stereo. La sua Harman-Kardon divenne leader di mercato, nel corso degli anni l’ha venduta e poi se l’è ricomprata, oggi si chiama Harman International Industries ed è quotata in borsa.

Sposato con la parlamentare democratica Jane Harman, lui stesso è stato impegnato in politica, sotto l’amministrazione Carter, ma il suo interesse più spiccato è sempre stato l’insegnamento. Nelle sue memorie, “Mind your own business”, racconta di aver insegnato negli anni ’60 ai bambini afroamericani della Prince Edward County, in Virginia, dopo che la scuola aveva chiuso. È anche stato presidente del Friends World College, un istituto sperimentale quacquero di Long Island, e fa parte della presidenza della University of Southern California, dove ha lanciato un nuovo programma per gli studenti del dottorato.

Come imprenditore, ha applicato i suoi principi filantropici e culturali, concendendo ai propri dipendenti una notevole autonomia, per esempio nello stabilire l’orario di lavoro a seconda delle proprie esigenze e delle cose da fare, e incentivandone la vena propositiva.

Non manca di una buona dose di autoironia, visto che ha 91 anni (quasi 92) e ha recentemente pubblicato un nuovo libro dal titolo: “La vita comincia a 90 anni”, in cui sottolinea che continua a fare 18 buche a golf e a viaggiare. In buona parte, grazie alle energie che gli ha trasmesso la mamma «prematuramente scomparsa a 98 anni».