In Europa, e negli Usa, gli ultimi anni sono stati scanditi da notizie di super-manager che mentre trascinavano le aziende sull’orlo del fallimento continuavano ad assegnarsi super bonus.
Ebbene, in Corea è appena successo che il top executive di una grande casa automobilistica, la Kia Motors (gruppo Hyundai) si sia dimesso per i troppi richiami a cui l’azienda è stata costretta negli ultimi giorni. Venerdì scorso la Kia ha annunciato 86mila richiami, a cui si possono aggiungere i 18mila 147 esemplari che in Cina la Dongfeng Yueda Kia Motor Co ha in programma di ritirare a partire da lunedì prossimo. E oggi il board ha annunciato le conseguenti dimissioni-lampo del Ceo, Chung Sung eun.
Chissà se ha pensato qualcosa del tipo “too big to stay”, giusto per fare un altro riferimento ai signori che lavorando in istituzioni “too big to fail” negli anni passati hanno arricchito se stessi mentre provocavano la più grande recessione dal dopoguerra.
Comunque sia, battute a parte, anche i tempi di questa storia sembrano di un altro mondo. Tutto è successo in meno di una settimana, ed è già stato nominato anche il successore, Lee Hyeong keun, che era già responsabile dell’attività all’estero e che assume anche l’incarico di vicepresidente, mentre dividerà la carica esecutiva con Seo Yeoung jong, che erà già il co-amministratore delegato di Chung.
Un giro di poltrone che probabilmente indica anche l’importanza della qualità in un settore sempre più competitivo come quello dell’auto. Le vetture richiamate, come detto, facendo le somme sono circa centomila (un numero, per dire, molto più basso dei 10 milioni di richiami di Toyota negli ultimi mesi).
Le 86 mila richiamate venerdì, quelle che hanno fatto scattare le dimissioni, riguardano quattro modelli: Soul, Sorento, Borrego e Cadenza, che hanno problemi al circuito elettrico. Nel dettaglio, 36mila Soul, 33mila Sorento, 8mila Borrego e 8mila 900 Cadenza, in tutto il mondo tranne la Cina, dove i richiami scatteranno lunedì prossimo.