Banche: netto aumento di mutui, prestiti e sofferenze

di Luca Gianella

25 Ottobre 2010 10:00

Forte ripresa o lenta convalescenza? Il recente rapporto Abi mostra dati discordanti sui quali riflettere riguardo l'attuale sistema bancario

Chi è solito vedere il bicchiere mezzo pieno avrebbe certamente di che argomentare per sostenere la sua causa.

Effettivamente, ad uno sguardo attento sull’attuale sistema creditizio, un osservatore ottimista ma anche realista potrebbe elencare almeno due o tre aspetti per i quali gioire. Il mercato dei mutui e dei prestiti è tornato ai tempi pre-crisi del 2007 con crediti al settore privato aumentati a Settembre del 4,1%, massimo dato registrato dal Gennaio 2009. Ancora, mutui aumentati in Agosto del 9% rispetto allo stesso periodo di un anno prima per un totale di 345 miliardi di euro di finanziamenti.

Non si tratta di numeri fantastici, ma di dati mostrati da un recente rapporto Abi e argomentati su basi più che logiche. Anzitutto, il mercato immobiliare italiano ha risentito meno che altrove della crisi, registrando, anzi, un aumento, seppur lieve, di compravendite. In secondo luogo, un positivo apporto è stato offerto da una media tassi bassa che ha permesso al mercato di poter ripartire. In terzo luogo, un plauso va agli Istituti di credito che ormai offrono ventagli di alternative di mutui declinabili in base alle diverse esigenze e quindi prodotti di finanziamento sempre modificabili nel corso del tempo in base all’andamento dei tassi.

Chi è solito vedere il bicchiere mezzo pieno potrebbe riempirlo ancor più se si pensa al netto miglioramento della percentuale di crediti erogati alle imprese, soprattutto alle PMI, più dipendenti dal credito bancario rispetto alle grandi imprese.

Ma questi dati non assolvono l’economia italiana in toto e chi è solito guardare l’altra faccia del bicchiere, quella per così dire vuota, non tarderebbe a far notare che i miglioramenti del credito vanno a braccetto con un forte aumento delle sofferenze sintetizzate in bilanci bancari affossati da circa 71 miliardi di crediti deteriorati.

Dati discordanti quindi, numeri che, se da un lato incitano a rialzare la testa, dall’altro esortano a mantenerla ben salda sulle spalle. Si tratta di piccoli segnali di ripresa, ma la febbre è ancora alta.