Non è difficile prevedere che questo 2011 sarà un anno complesso per il presidente americano Barack Obama. Oggi si insedia il 112esimo Congresso e i repubblicani, forti della maggioranza ottenuta alla Camera nelle elezioni di medio termine, sono particolarmente agguerriti su molteplici fronti. Non a caso lo stesso Obama, tornando dalla vacanza di fine anno alle Hawaii, parlando a bordo dell’Air Force One ha affidato ai giornalisti un appello ai leader dell’opposizione perché mettano da parte l’ascia di guerra e collaborino «per rafforzare la ripresa dell’economia».
Ma, di fatto, con un Parlamento diviso (Camera ai repubblicani e Senato ai democratici) e importanti appuntamenti in vista su cui i punti di contrasto fra avversari politici sono parecchi, la strada per l’amministrazione obamiana sembra tutta in salita. E se il primo ostacolo, quello in vista del quale proprio in queste ore i contendenti stanno affilando le armi, è rappresentato dalla riforma sanitaria (il 12 gennaio la Camera vota una proposta repubblicana che di fatto abroga la riforma), iniziano a profilarsi anche nuove difficoltà sulla strada della riforma di Wall Street.
I repubblicani hanno individuato un punto debole, su cui sembrano intenzionati ad agire per rallentare il cosiddetto giro di vite sulla finanza: il reperimento dei fondi per finanziare la legge. Nel mirino ci sono i provvedimenti della Dood-Frank, la norma approvata nel 2009 che prevede fra l’altro controlli più severi sui mercati dei derivati. La legge stabilisce un notevole incremento delle disponibilità economiche da destinare alla Sec (Securities and Exchange Commission), l’autorità di controllo della borsa americana, e alla Commodity Futures Trading Commission, ma fino ad oggi il Congresso quei soldi non è riuscito a stanziarli.
Nel dettaglio, nell’anno fiscale 2011 la Sec attendeva un incremento del budget del 18% per assumere circa 800 persone da destinare all’applicazione della legge. Ma l’accordo sui finanziamenti non è stato trovato e il budget del governo è stato mantenuto sui livelli del 2010 almeno fino alla fine di marzo.
Da ora in poi, visti i numeri dei repubblicani in aula, l’operazione diventerà sempre più difficile. I repubblicani, secondo quanto spiegato a Reuters dal membro della Casa dei Rappresentanti Randy Neugebauer, hanno già fatto sapere che vogliono più tempo per capire se la spesa sarà garantita. E il ritardo nei tempi fornirebbe una sorta di moratoria alle grandi società finanziarie di Wall Street, come Goldman Sachs e Blackrock, che stanno da tempo facendo azione di lobbing per rallentare le nuove regole al settore.