Questa volta i problemi riguardano principalmente una potenziale perdita di benzina. E soprattutto coinvolgono molti modelli, 16, fabbricati in un ampio periodo di tempo, fra il 2000 e il 2008.
Risultato: Toyota richiama a livello mondiale 1,7 milioni di vetture, nell’ultimo di una serie di analoghi provvedimenti che dalla fine del 2009 ha abbondantemente superato i 10 milioni di richiami. Un ennesimo colpo alla reputazione della prima casa automobilistica del mondo.
I problemi riguardano 1,28 milioni di auto vendute in Giappone e altre 421mila vetture nel resto del mondo. La casa nipponica li ha annunciati con diversi comunicati. L’Italia è coinvolta marginalmente, il provvedimento riguarda in tutto 52 Lexus IS 250.
Nel dettaglio, c’è un difetto ai circuiti del carburante di un milione e 340mila veicoli, di cui 1,2 venduti in Giappone (i minivan Noah prodotti fra il maggio 2000 e l’ottobre 2008 e altri) e 141mila modelli Avensis venduti in Gran Bretagna, Germania, Russia e Nuova Zelanda. Si tratta del richiamo maggiore della casa negli ultimi sei anni e del secondo nell’intera storia del gruppo per un singolo difetto.
C’è poi un richiamo relativo a 335mila Lexus, sempre a livello internazionale, di cui 245mila negli Stati Uniti, per un difetto al sensore della pressione della benzina collegata al connettore. Infine, 75mila Crown e 6mila200 van Townace venduti in Giappone.
Il produttore ha deciso il maxi-richiamo dopo aver ricevuto 119 segnalazioni, e sottolinea che i problemi riscontrati non hanno provocato nessun incidente. Come detto, si tratta dell’ultimo di una lunga serie di provvedimenti. Fra l’altro, è la terza volta di seguito che la casa nipponica fa un richiamo in gennaio: è già successo l’anno scorso, con un provvedimento che ha riguardato 3,4 milioni di veicoli, e all’inizio del 2009 (1,36 milioni di auto).
Secondo quanto ha dichiarato all’Associated Press da KoJi Endo, analista del settore auto della Advanced Research Japan, il costo delle riparazioni relativo a quest’ultima ondata di richiami sarà intorno ai 240 milioni di dollari, cifra che non è destinata ad avere un grande impatto sui conti, ma il problema è che si tratta di un nuovo colpo all’immagine della compagnia. Soprattutto negli Stati Uniti, che rappresentano certamente un mercato importante e dove l’anno scorso Toyota ha pagato due diverse multe per un totale di 48,8 milioni di dollari.
La casa nipponica ha riconfermato proprio nei giorni scorsi la leadership mondiale, con 8,42 milioni di auto vendute nel mondo, seguita a breve distanza da General Motors, a quota 8,39 milioni. Malgrado i richiami, le vendite 2010 sono aumentate dell’8%.