La grande paura per i conti pubblici americani e i rinnovati timori di insolvenza della Grecia. Sono i due temi intorno ai quali si sono concentrari i mercati e si sono interrogati gli economisti di mezzo pianeta all’inizio di questa settimana. Perchè con una decisione senza precedenti un’agenzia di rating internazionale, Standard & Poor’s, ha messo sotto outlook negativo, da stabile, il debito americano, minacciando di togliere la tripla A. Contemporaneamente, nell’Europa già alle prese nelle settimane precedenti con una nuova richiesta di sostegno finanziario, quella portoghese, si sono diffuse nuove preoccupazioni relative alla tenuta dei conti di Atene e all’eventuale necessità di un nuovo piano di ristrutturazione del debito. Nel giro di due giorni, entrambi gli allarmi si sono, almeno in parte, ridimensionati.
Resta il fatto che la crisi del debito interessa ormai entrambi i lati dell’oceano e presumibilmente resterà questione centrale nelle politiche economiche internazionali, già messe a dura prova dalla crisi finanziaria scoppiata nel 2008. Economia, debito e piano di riduzione del deficit in questi giorni sono al centro dell’agenda del presidente americano Barack Obama, il quale per oggi ha convocato un’iniziativa di sicuro effetto: un botta e risposta su Facebook con gli americani in occasione della sua visita al quartier generale dell’azienda di Palo Alto. Certo, fra la situazione americana e quella delle più deboli economie europee ci sono differenze fondamentali.
Gli Stati Uniti sono e restano la prima economia mondiale. Per assurdo, proprio questo punto di forza si trasforma in elemento di preoccupazione nel momento in cui un’agenzia di rating emette un giudizio negativo. «A più di due anni dall’inizio dell’ultima crisi i politici Usa non hanno ancora trovato un accordo su come invertire il percorso del peggioramento dei conti pubblici o su come porre rimedio alle questioni di lungo termine sul bilancio»ha scritto S&P. Risultato: l’outlook sul debito è diventato “negativo” e «se l’amministrazione e il Congresso non troveranno entro il 2013 un accordo credibile sul bilancio anche la tripla A sarà rivista». [Continua…]